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Modello trasformabile

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in elettrico a pedalata assistita ( PAS )

AUDI si è svegliata!

In giro con un bolide elettrico.

domenica 13 luglio 2008

Phylla city car ecologica

DOPO LA CITY, LA OX


La norvegese Th!ink, che produce già la piccola elettrica City, della quale circolano in Scandinavia oltre 1000 esemplari, ora punta sul prototipo Ox (nelle foto), che ha una nuova piattaforma e una struttura a gabbia che permette di ricavare su un'unica base sia la monovolume con cinque porte e cinque posti (ideale per il servizio taxi) sia la coupé.

Tutte le versioni sono progettate per soddisfare le normative americane, asiatiche ed europee. Non è stato ancora deciso quando inizierà la produzione in serie e quali saranno i prezzi. Si può però ipotizzare che, come avviene in alcuni Paesi con la piccola City, la vettura non sarà in vendita bensì disponibile a noleggio.

Attualmente, il canone per la City è di circa 200 euro al mese e include la manutenzione e, in qualche nazione, anche l'energia elettrica e l'assicurazione. La Th!nk si prende cura per tutto il periodo di noleggio della cura delle batterie, compresa l'eventuale sostituzione se si manifestassero problemi di invecchiamento che ne riducessero troppo le prestazioni.

Anche per la Ox sono previsti due diversi tipi di batteria: le collaudate Zebra al sodio (prodotte dalla svizzera Mes-Dea) per chi privilegia l'autonomia e fa un uso quotidiano dell'auto; gli accumulatori al litio, quelli che prenderanno il sopravvento nei prossimi anni, per chi è più orientato alle prestazioni.

In entrambi i casi, le batterie sono alloggiate in due compartimenti al centro del pianale, posizione che non toglie spazio all'abitacolo e al bagagliaio e che risulta riparata in caso di incidente; inoltre questa soluzione abbassa il baricentro dell'auto, migliorando tenuta di strada e stabilità. La cinque porte è lunga 4,12 metri e larga 1,81. Il motore ha una potenza continuativa di 60 kW (con punte di 100 kW per brevi periodi) che consente una velocità limitata a 135 km/h e autonomia massima di 200 km con circa 350 kg di batterie. Per passare da 0 a 100 km/h occorrono 8,5 secondi, un tempo senz'altro interessante.

Giappone: veicoli elettrici ricaricati con le rinnovabili

Mitsubishi Corp e il Tokyo Institute of Technology hanno annunciato che collaboreranno allo sviluppo di sistemi di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici con fonti di energia pulita

Ricaricare i veicoli elettrici tramite infrastrutture alimentati dal sole o dal vento. L’idea arriva da Mitsubishi Corp. e dal TIT, il Tokyo Institute of Technology, che tramite un accordo di collaborazione, lavoreranno insieme per mettere a punto un sistema di distributori per auto elettriche in grado di ridurre il carico ambientale totale, dalla fase di produzione energetica a quella della guida. I distributori in questione andranno a costituire una rete di infrastrutture su tutto il territorio giapponese, saranno alimentati solamente tramite energia rinnovabili e dotati di un sistema di tariffazione. Per la sperimentazione saranno installati nell’Ohokayama Campus moduli fotovoltaici, un generatore solare termico, un sistema di ricezione per l’energia generata da un impianto eolico ed un sistema di controllo. Prendono parte alla rete di distributori anche i Campus Suzukakedai e Tamachi, tramite alcune postazioni di ricarica. A essere alimentata sarà la piccola flotta di “i-MiEV” della Mitsubishi Motors Corp. che girerà tra i Campus. Inoltre sarà costruita una casa con un’alimentazione per auto per testare le differenze di costi tra alimentazione casalinga e alimentazione in rete di distribuzione. L’esperimento partito questo primo luglio, si concluderà il 31 marzo 2010. Attualmente sono ancora in fase di studio i sistemi di stoccaggio sia per la conservazione sia per la resa in disponibilità notturna a più basso costo, e per ciò che riguarda la disponibilità di energia eolica un sistema di doppia tariffazione.

Auto elettriche alimentate a energie rinnovabili


Le due parole magiche del futuro senza petrolio: auto elettrica e energia rinnovabile. E la Mitsubishi Corp. e il T.I.T., Tokyo Institute of Technology, hanno annunciato che collaboreranno allo sviluppo di sistemi di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici con fonti rinnovabili di energia. Insomma, stanno studiando dei distributori di energia che siano alimentati dal vento o dal sole. La cosa però all’apparenza sembra facile, ma nasconde diversi punti complessi.

Tokio, ecco come saranno alimentate le auto elettriche


Questa sorta di distributori di energia che andranno a costituire una rete di infrastrutture su tutto il Giappone, useranno come fonti sia la luce sia il calore del sole, sia il vento e che alimenteranno, appunto, la neo rete di distribuzione per veicoli.

E nella sperimentazione è incluso proprio tra gli altri, il Campus del Tokyo Institute of Technology a Ohokayama dove saranno installati pannelli fotovoltaici solari e un sistema per la generazione di energia eolica. La distribuzione non sarà gratuita ma vi saranno delle tariffe da pagare per l’energia prelevata. Prendono parte alla rete di distributori anche i Campus Suzukakedai e Tamachi. A essere alimentata sarà la piccola flotta di “i-MiEV” della Mitsubishi Motors Corp. che girerà tra i Campus.

Per completare la sperimentazione nel Campus di Tagasako, invece, sarà costruita una casa con un alimentazione per auto per capire le differenze di costi tra alimentazione casalinga e alimentazione in rete di distribuzione. Se l’energia solare è ovviamente legata al ciclo giorno/notte e dunque si stanno studiando i sistemi di stoccaggio sia per la conservazione sia per la resa in disponibilità notturna a più basso costo, per quanto riguarda la disponibilità di energia eolica sappiamo che non può essere costante e che non si può stabilire a priori il volume di entrata, così, la Mitsubishi e Tokyo Institute of Technology stanno sviluppando un sistema di doppia tariffazione che parte solo se l’energia distribuita è quella eolica.

L’esperimento partito lo scorso 1 luglio, si concluderà il 31 marzo 2010, come parte del più ampio progetto Advanced Energy Management (AEM), promosso dall’ Istituto di ricerca del Tokyo Institute of Technology e sostenuto da GS Yuasa Power Supply Home Eyeful Ltd, una consociata di casa Tostem Institute Co. Ltd che parteciperà alla ricerca sull’alimentazione casalinga.

La terza via viaggia su tre ruote


Postini, pony express, ragazzi delle pizze a domicilio e, perché no, signore molto indaffarate e nello stesso tempo in difficoltà nel traffico cittadino. Tranquilli, presto potrebbe arrivare il mezzo che fa per voi: un veicolo a tre ruote sicuro, maneggevole, comodo e, soprattutto, a trazione esclusivamente elettrica e dunque a impatto zero. Di conseguenza, in grado di superare le limitazioni al traffico nei centri storici.
Moose, come è stato ribattezzato, in realtà è ancora allo stadio di prototipo. Ma alla Micro-Vett di Imola, azienda gioiello dell'innovazione made in Italy (15 milioni di fatturato, 40 dipendenti e una leadership riconosciuta a livello europeo nella realizzazione di motori per il trasporto elettrico), sul "triciclo" hanno deciso di scommettere, avviando un'importante ricerca. «Il motivo è semplice – sostiene il presidente Gaetano Di Gioia –: sul mercato non esiste niente di simile. Mentre è proprio il mercato a chiedere un mezzo del genere».
Certo, il "tre ruote" nato in casa Micro-Vett è molto originale. In apparenza, può sembrare riservato a una nicchia di utenti. Chi ne segue lo sviluppo, tuttavia, è convinto che il potenziale target sia destinato rapidamente ad allargarsi. Fatto sta che l'idea è innovativa sia a livello di concezione di base sia dal punto di vista tecnologico. Largo nel punto massimo, cioè nella parte posteriore dove si trova l'asse con le due ruote, quanto un ciclomotore (84 centimetri per la precisione), è più leggero di qualsiasi concorrente, dal momento che la trazione elettrica consente la sparizione di una serie di organi meccanici, con conseguente riduzione del peso.
La sua caratteristica distintiva, comunque, è un'altra: si tratta di un veicolo a forte vocazione professionale. Ha il tettuccio per ripararsi dalla pioggia, il parabrezza con tanto di tergicristallo. E dietro, tocco che lo renderebbe inconfondibile, un bagagliaio capace di reggere fino a un quintale. Insomma, un motociclo, se così possiamo chiamarlo, pensato principalmente per chi deve fare molte soste e non ne può più di salire e scendere dal cavalletto. Con l'aggiunta della sicurezza data dalle tre ruote, ormai eccertata dalle statistiche sugli incidenti stradali. E l'atout ecologico, l'emissione zero di gas nocivi, per cavalcare il futuro della mobilità cittadina.
Non a caso il Moose nasce dai rapporti con le Poste italiane e quelle francesi, alla ricerca di una "terza via" per le consegne a domicilio rispetto alle auto (scomode e costose) e ai ciclomotori (pericolosi e poco pratici per i dipendenti di sesso femminile). D'altronde, la Micro-Vett conosce alla perfezione le esigenze di amministrazioni, società di servizi, enti pubblici, non solo italiani. È principalmente a questa categoria di clienti che l'azienda romagnola si rivolge: in tutta Europa girano migliaia di auto e veicoli commerciali (specialmente Fiat Panda, Fiorino, Iveco Daily, Piaggio Porter) con motori elettrici di ogni potenza messi a punto in quel di Imola. Recentissima è la gara vinta per l'"elettrificazione" delle Poste francesi, che hanno scelto di viaggiare con Fiat Doblò sui quali verrà montato un motore appositamente studiato dalla Micro-Vett.
Ora, il "triciclo da lavoro". «La scommessa – spiega Di Gioia – è che possa interessare non solo poste e postini, ma una larga fascia di consumatori. Fino a raggiungere utilizzatori non professionali, in particolare il pubblico femminile». Sul mercato ci sono già gli scooter elettrici della Vectrix, compagnia americana che sta conquistando il Vecchio continente. E la stessa Piaggio ha lanciato la versione "ibrida" dell'Mp3 (tre ruote, di cui due nella parte anteriore). Il Moose, però, sarebbe una novità assoluta.
La linea e la carrozzeria sono state definite dagli ingegneri e dai designer dello studio Exnovo di Rimini. Poi, insieme con l'Università di Padova, è stata avviata una ricerca sugli aspetti funzionali e dinamici, a partire dall'oscillazione e dall'inclinazione delle ruote posteriori, che devono assicurare stabilità in curva: i risultati sono sfociati in un sistema a differenziale elettronico per il quale è stato depositato uno specifico brevetto. Quanto alla trazione, le due ruote posteriori sono alimentate ognuna da un proprio motore elettrico, mentre sotto il sedile è sistemato un ampio spazio per le batterie al litio.
Ne è uscito un veicolo con prestazioni paragonabili a uno scooter 125 (ma non sarebbe difficile ridurre la potenza fino all'equivalente di un 50 cc, come per esempio richiesto dalle Poste): 80 chilometri orari di velocità massima e 80 chilometri di autonomia nel ciclo urbano. Se venisse messo in vendita, potrebbe avere un prezzo di 6-7mila euro. «Ma, attenzione – tiene a precisare Di Gioia –: i costi dei motori elettrici sono destinati a scendere con l'aumento della produzione. E non dimentichiamo che per la gestione quotidiana si spende dieci volte meno che per i mezzi a benzina o a gasolio».
Alla Micro-Vett ci credono da più di vent'anni, dal 1986 per la precisione. Con il tempo sono diventati padroni della tecnologia. E oggi passare dalle quattro alle tre ruote non è affatto un problema. Piuttosto, una sfida. Basta avere l'idea giusta. Moose a parte, ci stanno provando pure con il vecchio, caro Ape Piaggio: a Capri, come a Taormina, o a Firenze, o in piazza Navona a Roma, fra qualche mese potrebbero comparire decine di Ape modello risciò, per trasportare i turisti. Elettrici, naturalmente. Con un impatto ambientale inferiore anche alle carrozzine a cavallo.

Toyota: boom di auto ibride

Toyota: boom di auto ibride, difficile soddisfare la domanda


Gli automobilisti scelgono le auto ibride. Tanto che Toyota stenta a tener dietro alla domanda per le sue vetture che combinano un motore elettrico e uno a scoppio per ottimizzare l'efficenza dei consumi. La produzione di batterie non riesce a soddisfare le richieste. Una situazione che rischia di proseguire per tutto l'anno, visto che non si potranno avviare nuove linee di produzione di batterie fino al 2009. Il vice presidente di Toyota, Takeshi Uchiyamada, ha detto all'Associated Press che «le ibride vendono così bene che stiamo facendo tutto il possibile per aumentare la produzione, ma ci servono nuove linee produttive».


La notizia è di rilievo perchè arriva dal leader mondiale del settore, che ha fatto della su Prius il simbolo della rivoluzione della mobilità sostenibile. Un business sempre più interessante per i produttori di autoveicoli, come dimostra l'annuncio di Honda, che ha messo in produzione un modello alimentato a idrogeno con sistema a celle a combustibile.


A spingere la domanda è soprattutto il rincaro dei carburanti. Nelle scorse settimane Toyota ha riferito di aver complessivamente venduto oltre 1,5 milioni di ibride, ma conta di venderne un altro milione sul solo 2008.

IN PROVA AL G8 DI HOKKAIDO


Stella, la piccola vettura
elettrica di Subaru



Si ricarica tramite la presa della corrente domestica


Subaru ha realizzato un prototipo di un nuovo veicolo elettrico (EV), la Subaru Plug-in Stella Concept, che verrà esposta ed utilizzata durante l’imminente Summit dei G8 che si terrà dal 7 al 9 luglio 2008 ad Hokkaido Toyako.

FHI (Fuji Heavy Industries) metterà a disposizione quattro esemplari per il trasporto dei rappresentanti di governo e degli altri partecipanti al summit, mentre un quinto resterà in mostra presso il Environmental Showcase, un'area di esposizione e prova realizzata presso l’International Media Center, dove la vettura potrà anche essere provata. Inoltre FHI fornirà una Stella Concept alle Poste giapponesi che la impiegheranno nella raccolta e nella consegna della corrispondenza nelle vicinanze di Toyako durante il summit. Stella utilizza il medesimo sistema di propulsione elettrica adottato dalla R1e. Il risultato è un’auto che offre un’ottimale risposta ad un’ampia gamma di esigenze di mercato, grazie anche alla compattezza e alla versatilità di utilizzo.

Questo nuovo prototipo fa parte del programma di ricerca che FHI sta da tempo svolgendo nel settore degli EV, una soluzione per un nuovo tipo di mobilità più rispettosa dell’ambiente in cui l’azienda crede fermamente ed è all’avanguardia. Il motore elettrico, per silenziosità, prestazioni ed emissioni zero, si pone ampiamente al vertice sul piano ecologico. Anche i suoi tradizionali limiti, costituiti da peso ed ingombri delle batterie e dalla loro limitata autonomia, sono sempre più vicini al definitivo superamento.



Il Concept rappresenta una evoluzione dei già noti modelli R1e e G4e, quest’ultimo presentato lo scorso anno al Salone di Tokyo e in seguito al Salone di Ginevra. Grazie al sistema plug-in Stella si può ricaricare tramite presa di corrente domestica. L’avanzata tecnologia della nuova generazione di batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni, l’evoluto sistema di gestione della propulsione elettrica e la intelligente struttura di questi prototipi, consentono il trasporto di 5 persone per oltre 200 Km per carica. Tutte queste caratteristiche hanno reso le auto elettriche Subaru sempre più vicine alla produzione di serie, come attestano le flotte già in sperimentazione nell’uso quotidiano.

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Quaranta esemplari della R1e, equipaggiati con batterie agli ioni di litio (Li-ion) , sono attualmente impiegati nell'ambito della flotta aziendale di TEPCO e del governo della Prefettura di Kanagawa, il che ha permesso di ricavare importanti elementi ai fini della prosecuzione del lavoro di sviluppo degli EV di FHI. Tali dati, raccolti in condizioni reali d'impiego, hanno consentito ad FHI di affinare la concezione degli EV di prossima generazione e di apportare ulteriori miglioramenti per la praticità ed il confort nell'uso effettivo.

IVECO E FEDEX: DAILY IBRIDI AL DEBUTTO SU STRADA


Milano - Iveco ha annunciato l’inizio dei test su strada di dieci Daily ibridi diesel-elettrici con la collaborazione di FedEx Express, il più grande corriere aereo espresso del mondo, che utilizzerà questi veicoli a Milano e Torino.
A consegnare simbolicamente le chiavi dei veicoli a John Formisano, Vice President Global Vehicles di Fedex Express, è stato l’Amministratore Delegato di Iveco Paolo Monferino, nell’ambito di una cerimonia che si è svolta a Milano, nello splendido scenario di Palazzo Marino, alla presenza dell’Assessore alla Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano Edoardo Croci.
L’ultima generazione della tecnologia ibrida Iveco, già presentata in occasione del RAI di Amsterdam lo scorso ottobre, consente risparmi di combustibile fino al 30% in ambito urbano, con una riduzione corrispondente di emissioni di CO2, grazie a sofisticati sistemi di controllo e funzioni quali Stop & Start, il lancio in modalità elettrica e la frenata con recupero di energia.
La flotta di dieci veicoli Daily ibridi che viene messa in circolazione sulle strade urbane milanesi e torinesi consentirà di risparmiare in un anno circa 6000 litri di gasolio e di ridurre le emissioni di CO2 di circa 15 tonnellate rispetto a quanto consumato ed emesso da veicoli tradizionali.
“Iveco - ha detto Paolo Monferino - è fortemente impegnata nello sviluppo di questa tecnologia e il nostro prossimo passo è industrializzarla, in modo da renderla disponibile a prezzi accessibili ai nostri clienti. A fronte di una domanda crescente, Iveco metterà in produzione nei suoi stabilimenti questa tipologia di veicoli già a partire dalla fine del 2009″.
“Questo nuovo investimento - ha detto John Formisano - conferma il continuo impegno di FedEx per lo sviluppo del mercato dei veicoli commerciali ibridi in tutto il mondo, riflettendo anche la continua crescita di questa tecnologia nel settore del trasporto commerciale”.
Oltre ad aver constatato che i Daily sono veicoli ideali per usi commerciali in ambito urbano, grazie alla loro grande manovrabilità, gli autisti di FedEx, durante il training effettuato recentemente presso Iveco, hanno apprezzato le prestazioni e le doti di funzionalità e facilità di utilizzo dei Daily ibridi.
I veicoli consegnati a Milano costituiscono l’inizio di una serie di test su strada che FedEx, attivamente impegnata con Iveco nella diffusione di questa tecnologia, condurrà in altre città europee, a cominciare da Parigi.(CHI E’ CHI)

Metti il sole nel motore


Provate a immaginare un'automobile a costo zero. Che si rifornisce, di continuo, con la più grande pompa d'energia che la natura ci ha regalato: il sole. E quando ha fatto il pieno, grazie alle sue celle fotovoltaiche, può continuare a immettere energia elettrica in rete, magari dal posteggio aziendale o di casa. Guadagnandoci. Risultato: una flotta aziendale di veicoli elettrico-solari che non solo risparmierà sul "carburante" ma sarà in grado di generare anche introiti per ripagarsi, almeno in parte, l'investimento.
Questo, per ora è un sogno. Ma di quei sogni che già stimolano, e concretamente, gli scenari dei tecnologi e i progetti dei ricercatori. Come è avvenuto a Torino dallo scorso luglio, sotto l'etichetta di Phylla (nome un po' arboreo che richiama insieme foglia e clorofilla, ovvero energia naturale).
«Un laboratorio cooperativo su quattro ruote, la Phylla. Elettrico, solare, ecologico. Per capire fino a dove possiamo spingerci per immaginare l'auto del prossimo futuro». Così Nevio di Giusto, amministratore delegato del Centro ricerche Fiat (Crf) definisce il progetto. Partito in luglio da un'iniziativa della Regione Piemonte. «L'idea di chiedere, con un prototipo, alla comunità automobilistica torinese e italiana lo sviluppo, e rapido, di una piattaforma tecnologica sostenibile e avanzata – spiega Andrea Bairati, assessore regionale all'Industria – da personalizzare per usi multipli, anche per una diversa idea di gestione delle flotte di veicoli della Pubblica Amministrazione».
Un'operazione che ricorda da vicino le iniziative di politica industriale all'americana (tipiche del Dipartimento della Difesa): prototipi di frontiera, invece di finanziamenti a pioggia. «A luglio dell'anno scorso ci hanno chiesto l'auto a energia solare – racconta di Giusto –: stavamo per rispondere di no, dato che non avevamo piani in proposito, ma abbiamo preferito mettere delle condizioni. Primo: che diventasse un laboratorio propulsivo per il territorio. Secondo: dato che non sarebbe stata un'autovettura autosufficiente, sarebbe stato necessario creare alcune stazioni di ricarica, almeno sui percorsi preferenziali della Phylla».

Di qui il decollo del progetto. Quattro mesi dopo il primo lancio dell'idea, in novembre si era già formato il consorzio di sviluppo (oltre alla regia del Crf, altri quattordici partner, tra cui Politecnico di Torino, Pirelli, Novamont, Istituto europeo di Design,...) e a gennaio 2008 il progetto esecutivo della Phylla era già pronto, con tanto di pubblica presentazione ufficiale. «In tutto, se consideriamo che il veicolo sarà su strada tra un mese in piccola serie all'Aereoporto di Caselle, dodici mesi dall'idea al prodotto – osserva Di Giusto –. E questo dà la misura di cosa possiamo fare, noi italiani, quando abbiamo idee, tempi e obiettivi chiari». Tre stazioni di ricarica fotovoltaiche nel centro di Torino, a Mirafiori e a Caselle. Abbastanza per una piccola flotta di Phylla, e per un primo test sul campo.
Ma andiamo dentro il prototipo, che non è la solita auto elettrica. La Phylla è invece un laboratorio di multiple dimensioni innovative.
La prima è il fotovoltaico. L'auto integra sulla carrozzeria (parte anteriore, tetto, fasce laterali) gli innovativi pannelli fotovoltaici flessibili (si veda articolo in pagina, ndr) della Enecom. Il risultato è promettente: «Con la sola alimentazione solare, ovviamente in giornate di sereno, l'auto ha un'autonomia da 10 a 18 chilometri al giorno – dice di Giusto –. Questo significa che, se faccio in media un centinaio di chilometri al giorno, circa il 15% li ottengo gratis. Non è poco: per raggiungere simili livelli di risparmio su un autoveicolo sarebbero necessarie tecnologie estremamente sofisticate».
Ma è solo un primo risultato. «Sul primo prototipo abbiamo scelto celle in silicio monocristallino, attualmente a massimo rendimento – spiega Enrico Pisino del Crf, architetto della Phylla –. Per il futuro non è escluso, per esempio sulle fasce laterali, l'uso di fotovoltaico a film sottile, che può convertire meglio la luce riflessa». «Il fotovoltaico è in rapida evoluzione – aggiunge Di Giusto – stiamo anche lavorando a pannelli in grado di moltiplicare, tramite lenti, la luce sulle celle. Potremmo ricavarne, a regime, valori ben più alti di energia catturata».
Ma Phylla non è solo una scommessa solare. «L'obiettivo vero è avvicinarsi a un'auto completamente sostenibile – dice Pisino –, anche nei materiali, nella riciclabilità, nel risparmio energetico»

Fin dal progetto di base. Basato su due blocchi indipendenti: skateboard (telaio) e carrozzeria. «L'idea è che in futuro ci si potrà personalizzare il veicolo per usi differenti. Per esempio gli studenti delle scuole di design che lavorano con noi stanno sviluppando versioni per il trasporto degli anziani, e mini-ambulanze urbane. La carrozzeria è volutamente fatta di materiali polimerici, e negli interni persino di fibre naturali, a basso costo di investimento».
Per lo skateboard, invece, il discorso è opposto. «Qui abbiamo lavorato su un gruppo di batterie a ioni di litio, con 250 chilometri di autonomia, a minor ingombro possibile e spalmato su tutto il pianale – spiega Pisino – e su quattro corner, angoli dove ciascuna ruota è sospinta da un suo motore elettrico indipendente».
Quattro motori, quindi, uno per ruota. «Ci dà la possibilità di regolare la trazione, dando più spinta a un lato piuttosto che a un altro, tramite comandi ai vari motori da centralina elettronica, da un computer in grado di adattare gli assetti, e quindi ottenere consumi ottimali». Dalla trazione integrale, 4X4, fino al differenziale in curva, tutto via software.
Ma non solo trazione innovativa, negli angoli dello skateboard. «Abbiamo lavorato anche sull'aereodinamica attiva – continua Di Giusto – Con una particolare progettazione degli pneumatici, insieme a Pirelli, in grado di creare un flusso d'aria verso il retro dell'auto, quindi in grado di ridurre la resistenza del veicolo». «E questo insieme a gomme ultraverdi, a minimo attrito di rotolamento, dotate di sensori di pressione, quindi capaci di segnalare in ogni momento le anomalie, e di conseguenza aumenti nei consumi».
Tutto per risparmiare preziosa elettricità: fanaleria a Led (un quarto delle lampadine tradizionali), allo studio un impianto di climatizzazione – «La singola componente più energivora dell'auto, dice Pisino» – a basso consumo. E dotazioni di servizi telematici di infomobilità per i percorsi ottimali.
Eppure i ricercatori del Crf non sono ancora soddisfatti. «Pur con la più avanzata tecnologia disponibile l'autonomia massima del pacco batterie è ancora di soli 250 chilometri, più che sufficiente per un veicolo urbano ma non certo per un'auto di uso generale – dice Pisino –. Ora, sul prototipo Phylla stiamo anche pensando alla possibilità di un "range extender", che potrebbe essere un piccolo motore a metano, oppure anche una fuel cell a idrogeno, laddove disponibile». Una sorta di ibrido all'inverso, insomma: principalmente elettrico (e il più solare possibile) ma anche dotato di un motore, più o meno tradizionale, per renderla automobile a tutti gli effetti.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com

Bmw, sperimentazioni


Bmw, sperimentazioni
nel campo dell'elettrico

Saranno testati motori elettrici montati su Mini


Nell’ambito della strategia Number One del gruppo Bmw, l’azienda inizierà test approfonditi sui propulsori elettrici. Nei prossimi mesi, Bmw effettuerà diverse prove su veicoli a propulsione elettrica per anticipare le motorizzazioni alternative del futuro. Alcune centinaia di auto del marchio Mini si stanno preparando a tale scopo. Le vetture, costruite nello stabilimento di Oxford, saranno modificate di conseguenza a Monaco e approntate per le prove.



“Questo passo – ha sottolineato il Dr. Norbert Reithofer, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bmw Ag – permetterà al BMW Group di acquisire una conoscenza iniziale sulla mobilità sostenibile che potrebbe essere ottenuta utilizzando veicoli esclusivamente elettrici. Il nostro compito è di coniugare la migliore esperienza di guida con un’efficiente motorizzazione elettrica ad emissioni zero”.

Le prove con propulsori alternativi su carrozzerie MINI saranno effettuate nei prossimi 12/18 mesi per affinare la tecnologia.

PRONTE PER LA CALIFORNIA?


Il Gruppo BMW non conferma ancora la notizia, limitandosi ad affermare che una decisione sarà presa entro l'anno, ma secondo "Automotive News Europe", la Casa bavarese starebbe progettando di esportare 500 Mini elettriche in California.

Le vetture saranno assemblate nello stabilimento britannico di Oxford senza propulsore, cambio e serbatoio, e poi trasferite negli impianti BMW di Monaco dove saranno equipaggiate con i motori elettrici.

Una volta pronta, la flotta delle Mini (tutte di colore argento metallizzato e con il tetto giallo, nella nostra ricostruzione) dovrebbe sbarcare in California, dove 490 unità saranno date in leasing a un selezionato numero di clienti locali e le rimanenti dieci serviranno da show car. BMW riuscirebbe così a rispondere così alle nuove normative californiane sulle emissioni inquinanti. La Mini, del resto, sta andando molto bene negli States: nel semestre la Cooper è cresciuta del 33,6% a 26.400 esemplari.

In California le Mini elettriche

Di inglese ci sarà solamente l'ossatura della macchine, che saranno poi spedite
in Germania per essere "riempite" di tutto l'equipaggiamento della trazione elettrica


La Bmw ha in programma di esportare in California 500 Mini in versione completamente elettrica. La notizia è stata riferita da fonti interne alla casa bavarese alla testata specializzata Automotive News Europe. Le Mini elettriche verranno costruite nella fabbrica storica di Oxford, ma senza motori, cambi e serbatoi di carburante.

In pratica di inglese ci sarà solamente l'ossatura della macchine, che saranno poi spedite in Germania per essere "riempite" di tutto l'equipaggiamento necessario alla trazione elettrica. Terminato l'assemblaggio e la verniciatura bicolore (argento metallizzato con tetti gialli), ci sarà la spedizione via mare verso lo stato americano, uno dei più severi in tema di emissioni inquinanti.

Del totale di vetture, 490 sono destinate ad una clientela selezionata, mentre le restanti 10 verranno utilizzate come show car. "Questo progetto ci consentirà di valutare come può funzionare un tipo di mobilità fatta di veicoli esclusivamente elettrici", ha dichiarato il gran capo del gruppo Bmw Norbert Reithofer. L'esperimento dovrebbe fornire indicazioni interessanti, anche perché quello americano è un mercato da sempre florido per le piccole anglo tedesche. Basti pensare che nei primi sei mesi di quest'anno le vendite di Mini Cooper negli States sono cresciute del 33,6% per un totale di 26.400 unità, contro le 19.759 del primo semestre 2007.
(11 luglio 2008)

di MARCO SCAFATI

Peugeot-Citroen con Mitsubishi

Peugeot-Citroen con Mitsubishi
per progettare l'auto elettrica



Il gruppo francese punta - entro il 2015 - a una posizione
di leadership nel settore delle automobili super ecologiche



Nuovo accordo fra il gruppo Psa, Peugeot Citroen, e Mitsubishi per realizzare una prossima auto elettrica: i due colossi lavoreranno assieme "sullo sviluppo, fabbricazione e utilizzazione" delle motorizzazioni elettriche destinate a "piccoli veicoli da citta". L'iniziativa è stata annunciata mentre si moltiplicano i progetti di auto elettriche, tra cui figura anche quella della cordata Pininfarina-Bollorè.

Prima del lancio industriale, i due gruppi attendono le conclusioni di uno studio sulla cooperazione tecnica nell'auto elettrica che dovrebbe essere pronto a fine anno. Psa Peugeot Citroen sottolinea come il progetto si iscriva nel suo piano strategico 2010-15 che ha tra i suoi obiettivi la leadership nelle auto ecologiche. La casa francese ricorda anche che il gruppo ha già commercializzato auto elettriche tra il 1995 e il 2005. Il costruttore giapponese lancerà già nel 2009 sul mercato giapponese una piccola auto elettrica, la MiEV , equipaggiata dalla batterie litium-ion che produce in joint
venture con GS YUasa.
Gli automobilisti statunitensi puntano su vetture super ecologiche,
ibride o solo a batteria. Lo sostiene una ricerca J.D Power

( e quelli Italiani???? dormono....)


La J.D. Power and Associates non ha dubbi: il 72% degli americani sarebbe disposto a valutare la possibilità di acquistare, come prossimo veicolo, un'auto elettrica o ibrida.

La ricerca si è svolta in due fasi: in un primo tempo si chiedeva al consumatore di esprimere la propria preferenza tra l'acquisto di una ibrida-elettrica e una sua omologa con motore tradizionale; solo in un secondo tempo si rivelava la differenza di prezzo, nell'orbita dei 5.000 dollari. Risultato? Se nel 2005 alla prima domanda 58 consumatori su 100 rispondevano a favore delle ibride, solo 3 anni dopo la cifra è salita di quasi 15 punti percentuali. Una volta rivelata la differenza di prezzo, inoltre, quasi la metà dei consumatori ha confermato la propria scelta verde.

"I consumatori oggi sono più consapevoli non solo del costo del carburante, ma anche della necessità di adottare comportamenti più eco-compatibili" - ha detto Mike Marshall, direttore della divisione 'tecnologie emergenti' alla J.D. Power and Associates. Eppure, secondo Marshall, il tipo di prodotto che realmente i guidatori vorrebbero acquistare non è ancora diffuso. Non a caso pochi giorni fa il candidato presidente repubblicano, John McCain, ha proposto un 'premio' di 300 milioni di dollari per lo sviluppo delle tecnologie plug-in.

E in Europa? Da noi il mercato ibrido o elettrico è indietro, ma si stanno compiendo notevoli passi avanti, soprattutto nel settore delle auto di 'lusso': chi infatti può permettersi di comprare una vettura costosa potrebbe non avere troppe resistenze nel pagare un pò di più per avere un motore più ecologico e nel lungo conveniente.

250 mila auto elettriche vendute entro il 2015 in Europa

L’industria dell’auto affronta i nuovi mercati delle auto elettriche
Italia, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Francia e Spagna, costituiranno il 93% del mercato delle vendite in Europa di auto elettriche. Si prevede che entro il 2015 in Europa ne circoleranno oltre 250 mila.
Un numero impressionante, giustificato dall’aumento del costo del carburante e dei livelli di emissione dei gas serra. Le case automobilistiche mondiali sono obbligate ad affrontare questo nuovo mercato, studiando nuove tecnologie e modelli. Molti i cambiamenti che travolgeranno il mondo dell’auto, tra questi il leasing delle batterie per auto.

“L’interesse nei confronti del leasing e il valore aggiunto che i consumatori riceveranno da questi nuovi modelli di commercializzazione avranno un ruolo decisivo nello sviluppo di questo mercato – commenta l’analista di Frost & Sulllivan Anjan Hemanth Kumar - Lo sviluppo tecnologico delle batterie sarà importante in egual misura. La maggiore autonomia di viaggio sarà un fattore determinante nel successo di questi veicoli. Una batteria con una autonomia di 150km sarà appropriata alla popolazione urbana, mentre una batteria con una autonomia di almeno 230km consentirà l’adozione di questi veicoli anche a coloro che abitano in aree rurali espandendo quindi la base di mercato fino ad oltre 3 milioni di potenziali acquirenti”.

“La competizione tra produttori sarà presente in tutti i segmenti di mercato, dalle automobili di basso costo fino ai veicoli di lusso con prezzi che varieranno tra gli 11.000€ e i 348.000€ - sottolinea Kumar -. I consumatori saranno inoltre incoraggiati dal fatto che i nuovi veicoli elettrici potrebbero offrire risparmi mensili tra i 150 e i 700€”.

Si sta aprendo una nuova era per l’auto … siamo tutti curiosi di scoprirla.
11/07/2008 Team Infomotori.com

Super premio per l'auto elettrica

Super premio per l'auto elettrica
andrà all'inventore delle batterie

Per incoraggiare la ricerca sui temi energetici, il candidato alle presidenziali,
John McCain, promette 300 milioni di dollari a chi propone nuovi accumulatori


Per incoraggiare la ricerca sui temi energetici e cercare di combattere i problemi del caro benzina, il candidato repubblicano alle presidenziali Usa 2008, John McCain, ha lanciato oggi una proposta, da lui stesso presentata come la Clear Car Challenge (la sfida per l'auto ecologica): 300 milioni di dollari in premio a quei ricercatori che sapranno mettere a punto una superbatteria per auto anche elettriche "che superi le attuali tecnologie" e che consenta agli automobilisti di domani di non dover più ricorrere al pieno. E' quanto McCain ha proposto oggi in un incontro elettorale alla Fresno State University, in California. Per raggiungere l'entità del premio secondo McCain basterebbe che ogni americano fosse disposto a dare 1 dollaro.



Un dollaro a testa per un premio da 300 milioni di dollari" ha detto, sottolineando che in tema di ricerca "gli americani possono raggiungere obiettivi straordinari se davvero lo desiderano". Basterebbe una batteria di questo tipo per avviare una produzione di massa per auto ibride ed abbattere così del 30% gli attuali costi del carburante.
Questo Clean Car Challenge deve rappresentare una sfida concreta per i ricercatori del settore. "Da ora in avanti incoraggeremo sforzi eroici nella nostra ricerca scientifica e raggiungeremo i più grandi successi" ha affermato McCain.

Diversa la posizione del candidato democratico, Barack Obama, secondo il quale per affrontare al meglio le questioni energetiche ed arrivare ad abbassare i costi dei carburanti bisogna attivare una politica tale da arrivare ad abbassare le speculazioni delle compagnie petrolifere.

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