AUTO ELETTRICA?

AUTO ELETTRICA?
SI GRAZIE..............

Le auto del futuro saranno cosi!

Per preventivi ........ Chiamami su SKYPE

Skype Me™!

Modello trasformabile

Modello trasformabile
in elettrico a pedalata assistita ( PAS )

AUDI si è svegliata!

In giro con un bolide elettrico.

domenica 10 agosto 2008

Energia nucleare - Il dossier: il nucleare non serve all’Italia

Greenpeace, Legambiente, WWF
martedì 17 giugno 2008

OpinioniEnergia nucleare - Il dossier:
il nucleare non serve all’Italia
È sottotitolato “Tutte le verità sulle menzogne dei fautori dell’atomo”



il dossier preparato congiuntamente dalle tre principali associazioni ambientaliste contro l’annunciato programma energetico del governo basato sull’uso del nucleare e condiviso, tra gli altri, da Carlo Bernardini. Riportiamo qui sotto una sintesi dell’intero documento presentato il 29 maggio scorso da Greenpeace, Legambiente e WWF. Per una critica, decisa ma costruttiva, riportiamo in un'altra pagina l’opinione di un autorevole economista di fede ambientalista.Il nucleare non è la risposta ai cambiamenti climaticiÈ impossibile, dicono le tre associazioni, che il nucleare possa avere una forte diffusione a livello mondiale “per un problema di costi, per una evidente limitatezza della risorsa uranio, per la prospettiva che aprirebbe in termini di insicurezza globale”. Il dossier continua con dei dati esemplificativi: “Se si avesse come obiettivo il raddoppio delle centrali nucleari entro il 2030 (…)


l’effetto sulle emissioni globali sarebbe solo del 5%, occorrerebbe aprire una nuova centrale ogni due settimane” e i costi da affrontare sarebbero tra 1000 e 2000 miliardi di euro. In più la produzione di energia nucleare sarebbe solo “apparentemente esente da emissioni di CO2”, per quanto emesso in fase di costruzione delle centrali ed estrazione e trattamento iniziale e finale del materiale fissile. In più, essendo gli impianti nucleari lontani dalle metropoli, il calore in eccesso prodotto non potrebbe essere utilizzato per il teleriscaldamento e andrebbe sprecato.Atomo contro fonti rinnovabiliGreenpeace, Legambiente e WWF affermano che se venisse data la priorità al nucleare, “dovremmo dire addio agli obiettivi di diffusione delle fonti rinnovabili, innovazione tecnologica ed efficienza energetica”, in quanto “i due investimenti sono semplicemente alternativi e impossibili da portare avanti in parallelo”. Inoltre “si spinge uno scenario in cui non è contemplata la riduzione dei consumi”. Si uscirebbe dall’Europa nel senso che non si rispetterebbe l’obiettivo comunitario fissato per il 2020: emissioni di CO2 ridotte del 30%, 20% di energia ricavata da fonti rinnovabili, efficienza energetica migliorata del 20%. Anche perché, dice il dossier, “la prima centrale entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni”.Un’opzione costosissima“Tutti gli studi internazionali – recita il dossier – mostrano come l’energia nucleare sia la fonte energetica più costosa e meno competitiva”.


Per questo perfino l’Aiea, l’Agenzia internazionale perl’energia atomica, prevedrebbe una riduzione del peso dell’energia atomica sulla produzione elettrica mondiale nei prossimi anni. Un declino dovuto agli elevati costi reali del nucleare, nei quali, si sostiene, si considera solo il prezzo al kWh prodotto, dimenticandosi dei costi successivi di dismissione delle centrali e trattamento delle scorie radioattive. E le poche centrali effettivamente realizzate hanno potuto sfruttare notevoli aiuti esterni: “Nei paesi OCSE il nucleare da fissione ha usufruito del 46% degli investimenti in ricerca e sviluppo, quello da fusione del 12%, mentre alle rinnovabili è stato destinato solo l’11% del totale”. E il nucleare in alcuni Paesi sarebbe rilanciato solo grazie a forzature del libero mercato, come negli Usa dove “sono previsti 8 miliardi di dollari di aiuti alle imprese per aumentare solo del 3% le forniture elettriche nazionali”.E l’Italia? “Servirebbero tra 30 e 50 miliardi di euro (…) con guadagni per le aziende a partire dal 2030 a fronte di mostruosi investimenti pubblici che verrebbero tolti allo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, senza alcuna garanzia di riduzione delle bollette dei cittadini.La quarta generazione non è più sicura della terza Per Greenpeace, Legambiente e WWF, non esiste alcuna possibilità di iniziare oggi a costruire centrali di nuova generazione che presentino minori rischi di incidenti: “Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a oltre 22 anni dal terribile incidente di Chernobyl, non esistono le garanzie per l’eliminazione del rischio nucleare e conseguente contaminazione radioattiva”. E lo stesso discorso varrebbe per le scorie: “Non esistono ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali o dal loro decommissioning. Le circa 250.000 tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino a oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivi”. Senza contare, aggiunge il dossier, i rischi legati al terrorismo e al possibile uso del plutonio per realizzare testate nucleari.


Non c’è abbastanza uranio Con i ritmi di consumo attuale, in base alle stime del World Energhy Council sull’estrazione “a costi calcolabili”, l’uranio necessario alle centrali si esaurirebbe nel giro di 40-50 anni. Quindi, se si adottasse l’opzione nucleare, “un Paese come il nostro (…) metterebbe in campo ingentissime risorse, in gran parte pubbliche, per una tecnologia che usa una fonte naturale in via di esaurimento”.Meglio alternativa che atomica“Uno scenario senza nucleare”, concludono le tre associazioni ambientaliste, “è ben più desiderabile per l’Italia. Scegliamo di intraprendere la strada scelta dall’Unione Europea, rendiamo possibile lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili per arrivare a soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico, promuoviamo un modello di generazione energetica distribuito che migliori l’efficienza del sistema e riduciamo veramente le emissioni di CO2 al 2020. Uno scenario a portata di mano che permette di costruire un tessuto di imprese innovative, di realizzare migliaia di nuovi posti di lavoro nella ricerca e sviluppo, di avere città più moderne e pulite”.

http://www.macrolibrarsi.it/

Per ordinare i tuoi libri preferiti fai clic qui

Informazioni personali

La mia foto
Attento a una vita più sana e naturale. Possiamo cambiare il nosrto mondo, iniziando prima di tutto da noi stessi.