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Modello trasformabile

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in elettrico a pedalata assistita ( PAS )

AUDI si è svegliata!

In giro con un bolide elettrico.

martedì 4 novembre 2008

Corriere della Sera > Motori > Nel 2020 i motori saranno solo elettrici «E l'auto non si dovrà più acquistare...»


Nel 2020 i motori saranno solo elettrici
«E l'auto non si dovrà più acquistare...»
Ricerca Ibm prefigura un utilizzo «a consumo» delle vetture


Disegnare scenari futuri. Il sogno di tutti, il lavoro di pochi. Come l'Institute for Business Value dell'Ibm che con la sua ricerca Automotive 2020: Clarity Beyond the Chaos cerca di fotografare cosa accadrà da qui al 2020. La parola chiave sarà rivoluzione, visto che nei prossimi 10 anni l'auto subirà più trasformazioni di quelle che ha avuto negli ultimi 50. Per esempio, tutti i nuovi modelli dal 2020 saranno ibridi, ovvero avranno a bordo almeno il sistema stop&start in grado di spegnere il motore ad ogni sosta, riavviandolo automaticamente alla pressione della frizione.

BATTERIE - A contendere alle ibride il ruolo da protagonista ci saranno le elettriche: grazie alle batterie al litio (al Salone di Parigi erano su molti concept) avranno autonomie superiori ai 150 km e anche l'ostacolo del loro costo elevato sarà completamente superato. Grazie alla scossa elettrica (compresa quella parziale dell'ibrido) si riuscirà a tagliare le emissioni di CO2 portandole ad una media di 97 g/km contro gli attuali 158 e in linea con l'obiettivo dei 95 proposto dall'Unione Europea proprio per il 2020. Niente da fare invece per l'idrogeno, l'orizzonte disegnato è troppo vicino: impossibile per quei giorni avere una rete di distributori in grado di rifornire milioni di auto.

ELETTRONICA - L'auto del futuro prossimo però non sarà solo verde ma intelligente e avrà tutti i sensi, proprio come un essere vivente. Alcuni come la vista (sensori ottici e telecamere) e il tatto (sensori di pioggia) li ha già, gli altri arriveranno: l'udito permetterà di ascoltare gli avvertimenti su potenziali pericoli dalle auto che precedono mentre l'olfatto entrerà in gioco con dei sensori in grado di riconoscere se il guidatore ha bevuto troppo, impedendo la partenza dell'auto. Ma quanto costerà tutto questo ai consumatori? «Le economie di scala legate ad una grande diffusione delle tecnologie su cui si basano questi cambiamenti, faranno si che l'impatto sul costo dell'auto sarà minimo », rassicura Augusto De Castro, Vice president industrial sector Ibm Italia. Anche perché l'auto non si acquisterà più e si andrà ad affermare una forma più flessibile: «Il vero costo sarà legato al servizio che i consumatori vorranno utilizzare. Sarà un evoluzione analoga a quella che oggi si osserva sulla telefonia mobile dove il cellulare, anche se sempre più ricco, è diventato una commodity ed il vero costo per l'utente (e business per il gestore) è legato alla tipologia di servizio utilizzato», continua De Castro. In altre parole: si pagherà l'auto per come e quanto si utilizzerà. Nulla di più. Fin qui lo scenario disegnato dai ricercatori, poi c'è il futuro reale che si scopre solo giorno dopo giorno. Per quello però non si può fare nulla, bisogna solo aspettare.

Alessandro Marchetti Tricamo
13 ottobre 2008

lunedì 27 ottobre 2008

Quando si vuole cambiare qualcosa....









Un documento per rilanciare l'isola d'Ischia.
Aderisci anche tu.
Leggi il documento di proposta e sottoscrivilo indicando il tuo nome o quello dell'ente di appartenenza: verrai aggiunto alla lista dei promotori del’iniziativa.
Invia anche proposte e progetti e temi da discutere ed approfondire.

http://www.salvatorelauro.com/ischia/


Ischia, “l’Isola Verde” conosciuta nel mondo grazie allo charme derivante dal mito degli anni ’60, deve divenire “l’isola del Verde e del Benessere”.

Degli anni ’60 resta solo un bel ricordo, perché il mondo cambia, i consumatori diventano più esigenti e l’isola non è più competitiva. E’ necessario- come diceva Voltaire – “saper coltivare il proprio giardino”.

Sicuramente la nostra generazione non lo ha saputo fare del tutto; ma, di certo lo ha arricchito di tante strutture alberghiere alcune di prim’ordine, altre di genere molto dubbio che sanno far leva solo su un patrimonio di risorse naturali e uniche come le terme e le spiagge.

Per ricostruire “l’Isola del Verde e del Benessere”, noi isolani dobbiamo partire da una consapevolezza: il patrimonio ambientale, termale, paesaggistico e culturale di Ischia appartiene non solo agli isolani ma all’intera umanità.

Proprio perché ne siamo i custodi, il mondo ci guarda e ci giudica valutando la capacità di difendere, di gestire e di valorizzare questo grande patrimonio.

Ma come si fa, a valorizzare le risorse in un mondo globale sempre più competitivo?

E’ necessario un intervento vero, tempestivo e appassionato avendo una visione globale per fare sistema, collegando pubblico e privato per cambiare l’immagine dell’isola.
Certo è che gli imprenditori e gli amministratori non possono fare tutto da soli se non si stimola la partecipazione attiva dei cittadini, delle associazioni, del volontariato, delle imprese e dei clienti/turisti fruitori.

Oltre al rispetto del patrimonio attuale, è necessario incoraggiare e stimolare la creatività nel settore dello spettacolo, nella moda, nell’artigianato, nell’ enogastronomia, nello sport e nel turismo.

E’ necessario riconoscere le professionalità presenti, ma bisogna investire nella formazione, nell’innovazione e nella ricerca per far crescere nuove competenze.

Con l‘aiuto delle nuove tecnologie la nostra isola può e deve puntare all’avanguardia per quanto riguarda la tutela del paesaggio e l’accoglienza dei turisti intervenendo, ove necessario, anche con nuove infrastrutture fisiche.

Dobbiamo incoraggiare gli artisti a venire e promuovere i nostri paesaggi, mettendo anche a disposizione le nostre location per film e documentari.

Questa è “l’Isola del Verde e del Benessere” che ho in mente.
E che non è difficile realizzare. Ma è necessario partire dalla convinzione che dobbiamo, insieme, fermare il degrado, o meglio, arrestare la deriva nella quale ci muoviamo.

Per l'anno in corso, dicono gli scenari della Camera di Commercio, Ischia potrebbe pagare la crisi dei mercati finanziari, la crescita del prezzo del petrolio, e il rallentamento dell'economia tedesca, da sempre piazza privilegiata per il turismo straniero sull’isola.

La classe imprenditoriale soffre la scarsa cultura associativa; non sa mettere in rete i vari settori, in particolare quello trasportistico e della logistica.

La “Passione Isolana” dovrebbe diventare un valore da creare e rivendicare, sia per la classe politica, che per la classe imprenditoriale.
La società isolana, ritrovando la “Passione”, supererebbe così la perdurante fase di autocompiacimento forse erede di un glorioso passato, ma incapace di costruire un futuro di successo.

Allora, per muovere il cambiamento, Vi propongo di completare il mio manifesto, provando a scrivere assieme sul blog i comparti economici, le attività sociali, rispetto ai quali con uno sforzo professionale di continuità e programmazione, possiamo affrancare la nostra Isola dalla deriva e restituirle il ruolo di “Isola del Verde e del Benessere”.

Mare, Porti turistici, Territorio, Viabilità, Traffico e Ambiente, Giardini, Impresa e cultura, Musei, Musica, Nuove Tecnologie, Paesaggio, Promozione della cultura all’estero, Stile Isolano, Eventi, Cinema, Televisione e Mass Media, Sport, aree di fiscalita’ agevolate.

Sono certo che ce ne sono altri. Tanti altri “asset” si dice in gergo economico, sui quali adottare strategie di sviluppo, perché i beni ambientali, termali, paesaggisti e culturali necessitano di continua manutenzione e tutela.

Uniti per nutrire una visione d’insieme strategica, anche facendo ricorso a riforme, come l’unificazione amministrativa attraverso la riduzione, nel tempo, dei municipi e la costituzione di un unico comune isolano.

Vi rendete conto quanto di lavoro possibile, alla nostra portata, c’è da fare?
Dobbiamo farlo. Ce la possiamo fare e chi crede in tutto ciò partecipi alla stesura del manifesto, aderisca alla nostra iniziativa.
Per inviare proposte e progetti coerenti con il manifesto e temi da approfondire, entra nel mio blog.



On. Salvatore Lauro
Presidente Arcipelago Campano
www.salvatorelauro.com
Skype lauro.it
salvatorelauro@hotmail.com
salvatorelauro@ischia.it

venerdì 12 settembre 2008

Retrofit: il ricorso alla UE











Venerdì della scorsa settimana è partita la prima lettera all'indirizzo del commissario della comunità europea contro la posizione dominante delle case automobilistiche che negano la trasformazione di auto tradizionali in auto elettriche configurandosi in tal modo una posizione dominante da parte di gruppi industriali automotive. Contemporaneamente il ricorso si rivolge anche allo stato italiano che, unico al mondo, nega la possibilità del retrofit/conversione elettrica. La lettera è stata preparata e inviata dall'ingegner Silvano Robur che tutti voi già conoscete per i suoi interventi nel nostro Blog MondoElettrico.
Qui il testo della lettera e lo stralcio normativo. Chi vuole può inviare il ricorso (e lo stralcio, mi raccomando!) al commissario europeo.

I due documenti si possono trovare qui:

1- RICORSO

2- STRALCIO

Importante: chiediamo a tutti coloro che aderiranno all'iniziativa di comunicarci in forma anonima o nominativa ( qui mail ) dell'avvenuta spedizione in maniera tale da tener conto del numero e fare le opportune valutazioni in futuro.

In bocca al lupo.

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At European Commission,
European Commisioner For Competition
Neelie Kroes
B – 1049 Brusseles
BELGIUM

Lettera Raccomandata A.R.

Oggetto : Ricorso contro lo Stato Italiano per ostacolo normativo alla libera concorrenza.

Preg.mo Sig. Commissario,

nel voler convertire un autoveicolo a combustione interna in autoveicolo elettrico non inquinante la normativa italiana disciplina tale trasformazione al rilascio di un nullaosta da parte della casa costruttrice del veicolo stesso.

Tale previsione, contenuta nell'articolo 236, comma secondo, D.P.R. 495/1992, reca testualmente l'obbligo di chiedere il nullaosta alla casa costruttrice per chiunque voglia modificare un veicolo da combustione interna, di concezione antiquata ed inquinante, a veicolo con motore elettrico, di concezione moderna, ad emissione zero.

L'assunto normativo reca in sé una grave discriminazione per posizione dominante prodotta dalle case automobilistiche a danno della libera iniziativa economica di chi volesse procedere liberamente alla conversione di auto mediante l'utilizzo di componentistica omologata per la realizzazione di un veicolo non inquinante.

Infatti tale assunto non si applica, stranamente, a chi volesse trasformare l'alimentazione della vettura a combustione interna, ad esempio, installando un impianto di alimentazione a metano o GPL.

Basta un diniego della casa costruttrice affinché la conversione non possa avvenire.

Di fatto questo impedimento normativo esiste solo in Italia : in nessun paese europea esiste una normativa che difende la posizione dominante delle case automobilistiche conferendo loro un potere di veto sulla richiesta di trasformazione dell’auto limitando le potenzialità di sviluppo del mercato.

Ma vi è di più.

La lodevole iniziativa, qualora venisse accolta, permetterebbe di convertire a prezzi ragionevoli vecchie automobili dalla carrozzeria ancora integra in veicoli elettrici ad emissione nulla con batteria al litio dalle notevoli caratteristiche tecniche capaci di infondere valori in velocità ed autonomie paragonabili ai modelli tradizionali.

Ciò riportato in costituita premessa,

si chiede

all'Ill.mo Sig. Commissario, nel voler raccogliere il presente reclamo :

- di condannare lo Stato Italiano per l’assunzione di tale pratica.


- nell’abrogare l'art.236 del D.P.R. 495/1992, od in alternativa, di voler far prescrivere la libera trasformazione di veicoli endotermici in veicoli elettrici senza alcuna formalità ostativa, esattamente con le stesse procedure esistenti nella normativa italiana per l'installazione di un impianto a metano o GPL.

Allegati : stralcio normativo.

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Modifica delle caratteristiche costruttive dei veicoli in circolazione e aggiornamento della carta di circolazione.
(art.236, D.P.R. 495/1992)
1. Ogni modifica alle caratteristiche costruttive o funzionali, tra quelle indicate nell’appendice V al presente titolo ed individuate con decreto del Ministero dei trasporti e della navigazione - Direzione generale della M.C.T.C., o che determini la trasformazione o la sostituzione del telaio, comporta la visita e prova del veicolo interessato presso l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente in relazione alla sede della ditta che ha proceduto alla modifica. Quando quest’ultima è effettuata da più ditte, senza che per ogni stadio dei lavori eseguiti venga richiesto il rilascio di un certificato di approvazione, l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente per la visita e prova è quello nel cui territorio di competenza ha sede la ditta che ha operato l’ultimo intervento in materia. In tale caso la certificazione dei lavori deve essere costituita dal complesso di tutte le certificazioni, ciascuna redatta dalla ditta di volta in volta interessata dai diversi stadi, con firma del legale rappresentante autenticata nei modi di legge.

2. Ogni modifica riguardante uno dei seguenti elementi:
a) la massa complessiva massima;
b) la massa massima rimorchiabile;
c) le masse massime sugli assi;
d) il numero di assi;
e) gli interassi;
I) le carreggiate;
g) gli sbalzi;
h) il telaio anche se realizzato con una struttura portante o equivalente;
i) l’impianto frenante o i suoi elementi costitutivi;
l) la potenza massima del motore;
m) il collegamento del motore alla struttura del veicolo
è subordinata al rilascio, da parte della cosa costruttrice del veicolo, di apposito nulla osta, salvo diverse o ulteriori prescrizioni della casa stessa. Qualora tale rilascio non avvenga per motivi diversi da quelli di ordine tecnico concernenti la possibilità di esecuzione della modifica, il nulla osta può essere sostituito da una relazione tecnica, firmata da persona a ciò abilitata, che attesti la possibilità d’esecuzione della modifica in questione. In tale caso deve essere eseguita una visita e prova presso l’ufficio della Direzione generale della M.C.T.C. competente in base alla sede della ditta esecutrice dei lavori, al fine di accertare quanto attestato dalla relazione predetta, prima che venga eseguita la modifica richiesta.
3. L’aggiornamento dei dati interessati dalla modifica viene eseguito dall’ufficio provinciale della Direzione generale della M,C,T.C. cui sia esibito il certificato d’approvazione definitivo della modifica eseguita, oppure dall’ufficio provinciale della Direzione generale della M.C.T.C. che ha proceduto all’ultima visita e prova con esito favorevole, Tale aggiornamento ha luogo mediante l’emissione di un duplicato della carta di circolazione, i cui dati vanno variati o integrati conseguentemente alla modifica approvata.
4. La Direzione generale della M.C.T.C. definisce le competenze dei propri uffici periferici, tenuto anche conto della necessità di distribuzione dei carichi di lavoro e delle possibilità operative degli uffici stessi, nonché delle particolari collocazioni territoriali delle ditte costruttrici o trasformatrici.

domenica 10 agosto 2008

Energia nucleare - Il dossier: il nucleare non serve all’Italia

Greenpeace, Legambiente, WWF
martedì 17 giugno 2008

OpinioniEnergia nucleare - Il dossier:
il nucleare non serve all’Italia
È sottotitolato “Tutte le verità sulle menzogne dei fautori dell’atomo”



il dossier preparato congiuntamente dalle tre principali associazioni ambientaliste contro l’annunciato programma energetico del governo basato sull’uso del nucleare e condiviso, tra gli altri, da Carlo Bernardini. Riportiamo qui sotto una sintesi dell’intero documento presentato il 29 maggio scorso da Greenpeace, Legambiente e WWF. Per una critica, decisa ma costruttiva, riportiamo in un'altra pagina l’opinione di un autorevole economista di fede ambientalista.Il nucleare non è la risposta ai cambiamenti climaticiÈ impossibile, dicono le tre associazioni, che il nucleare possa avere una forte diffusione a livello mondiale “per un problema di costi, per una evidente limitatezza della risorsa uranio, per la prospettiva che aprirebbe in termini di insicurezza globale”. Il dossier continua con dei dati esemplificativi: “Se si avesse come obiettivo il raddoppio delle centrali nucleari entro il 2030 (…)


l’effetto sulle emissioni globali sarebbe solo del 5%, occorrerebbe aprire una nuova centrale ogni due settimane” e i costi da affrontare sarebbero tra 1000 e 2000 miliardi di euro. In più la produzione di energia nucleare sarebbe solo “apparentemente esente da emissioni di CO2”, per quanto emesso in fase di costruzione delle centrali ed estrazione e trattamento iniziale e finale del materiale fissile. In più, essendo gli impianti nucleari lontani dalle metropoli, il calore in eccesso prodotto non potrebbe essere utilizzato per il teleriscaldamento e andrebbe sprecato.Atomo contro fonti rinnovabiliGreenpeace, Legambiente e WWF affermano che se venisse data la priorità al nucleare, “dovremmo dire addio agli obiettivi di diffusione delle fonti rinnovabili, innovazione tecnologica ed efficienza energetica”, in quanto “i due investimenti sono semplicemente alternativi e impossibili da portare avanti in parallelo”. Inoltre “si spinge uno scenario in cui non è contemplata la riduzione dei consumi”. Si uscirebbe dall’Europa nel senso che non si rispetterebbe l’obiettivo comunitario fissato per il 2020: emissioni di CO2 ridotte del 30%, 20% di energia ricavata da fonti rinnovabili, efficienza energetica migliorata del 20%. Anche perché, dice il dossier, “la prima centrale entrerebbe in funzione tra almeno 10 anni”.Un’opzione costosissima“Tutti gli studi internazionali – recita il dossier – mostrano come l’energia nucleare sia la fonte energetica più costosa e meno competitiva”.


Per questo perfino l’Aiea, l’Agenzia internazionale perl’energia atomica, prevedrebbe una riduzione del peso dell’energia atomica sulla produzione elettrica mondiale nei prossimi anni. Un declino dovuto agli elevati costi reali del nucleare, nei quali, si sostiene, si considera solo il prezzo al kWh prodotto, dimenticandosi dei costi successivi di dismissione delle centrali e trattamento delle scorie radioattive. E le poche centrali effettivamente realizzate hanno potuto sfruttare notevoli aiuti esterni: “Nei paesi OCSE il nucleare da fissione ha usufruito del 46% degli investimenti in ricerca e sviluppo, quello da fusione del 12%, mentre alle rinnovabili è stato destinato solo l’11% del totale”. E il nucleare in alcuni Paesi sarebbe rilanciato solo grazie a forzature del libero mercato, come negli Usa dove “sono previsti 8 miliardi di dollari di aiuti alle imprese per aumentare solo del 3% le forniture elettriche nazionali”.E l’Italia? “Servirebbero tra 30 e 50 miliardi di euro (…) con guadagni per le aziende a partire dal 2030 a fronte di mostruosi investimenti pubblici che verrebbero tolti allo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, senza alcuna garanzia di riduzione delle bollette dei cittadini.La quarta generazione non è più sicura della terza Per Greenpeace, Legambiente e WWF, non esiste alcuna possibilità di iniziare oggi a costruire centrali di nuova generazione che presentino minori rischi di incidenti: “Sulla sicurezza degli impianti ancora oggi, a oltre 22 anni dal terribile incidente di Chernobyl, non esistono le garanzie per l’eliminazione del rischio nucleare e conseguente contaminazione radioattiva”. E lo stesso discorso varrebbe per le scorie: “Non esistono ad oggi soluzioni concrete al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dall’attività delle centrali o dal loro decommissioning. Le circa 250.000 tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino a oggi nel mondo sono tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivi”. Senza contare, aggiunge il dossier, i rischi legati al terrorismo e al possibile uso del plutonio per realizzare testate nucleari.


Non c’è abbastanza uranio Con i ritmi di consumo attuale, in base alle stime del World Energhy Council sull’estrazione “a costi calcolabili”, l’uranio necessario alle centrali si esaurirebbe nel giro di 40-50 anni. Quindi, se si adottasse l’opzione nucleare, “un Paese come il nostro (…) metterebbe in campo ingentissime risorse, in gran parte pubbliche, per una tecnologia che usa una fonte naturale in via di esaurimento”.Meglio alternativa che atomica“Uno scenario senza nucleare”, concludono le tre associazioni ambientaliste, “è ben più desiderabile per l’Italia. Scegliamo di intraprendere la strada scelta dall’Unione Europea, rendiamo possibile lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili per arrivare a soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico, promuoviamo un modello di generazione energetica distribuito che migliori l’efficienza del sistema e riduciamo veramente le emissioni di CO2 al 2020. Uno scenario a portata di mano che permette di costruire un tessuto di imprese innovative, di realizzare migliaia di nuovi posti di lavoro nella ricerca e sviluppo, di avere città più moderne e pulite”.

domenica 13 luglio 2008

Phylla city car ecologica

DOPO LA CITY, LA OX


La norvegese Th!ink, che produce già la piccola elettrica City, della quale circolano in Scandinavia oltre 1000 esemplari, ora punta sul prototipo Ox (nelle foto), che ha una nuova piattaforma e una struttura a gabbia che permette di ricavare su un'unica base sia la monovolume con cinque porte e cinque posti (ideale per il servizio taxi) sia la coupé.

Tutte le versioni sono progettate per soddisfare le normative americane, asiatiche ed europee. Non è stato ancora deciso quando inizierà la produzione in serie e quali saranno i prezzi. Si può però ipotizzare che, come avviene in alcuni Paesi con la piccola City, la vettura non sarà in vendita bensì disponibile a noleggio.

Attualmente, il canone per la City è di circa 200 euro al mese e include la manutenzione e, in qualche nazione, anche l'energia elettrica e l'assicurazione. La Th!nk si prende cura per tutto il periodo di noleggio della cura delle batterie, compresa l'eventuale sostituzione se si manifestassero problemi di invecchiamento che ne riducessero troppo le prestazioni.

Anche per la Ox sono previsti due diversi tipi di batteria: le collaudate Zebra al sodio (prodotte dalla svizzera Mes-Dea) per chi privilegia l'autonomia e fa un uso quotidiano dell'auto; gli accumulatori al litio, quelli che prenderanno il sopravvento nei prossimi anni, per chi è più orientato alle prestazioni.

In entrambi i casi, le batterie sono alloggiate in due compartimenti al centro del pianale, posizione che non toglie spazio all'abitacolo e al bagagliaio e che risulta riparata in caso di incidente; inoltre questa soluzione abbassa il baricentro dell'auto, migliorando tenuta di strada e stabilità. La cinque porte è lunga 4,12 metri e larga 1,81. Il motore ha una potenza continuativa di 60 kW (con punte di 100 kW per brevi periodi) che consente una velocità limitata a 135 km/h e autonomia massima di 200 km con circa 350 kg di batterie. Per passare da 0 a 100 km/h occorrono 8,5 secondi, un tempo senz'altro interessante.

Giappone: veicoli elettrici ricaricati con le rinnovabili

Mitsubishi Corp e il Tokyo Institute of Technology hanno annunciato che collaboreranno allo sviluppo di sistemi di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici con fonti di energia pulita

Ricaricare i veicoli elettrici tramite infrastrutture alimentati dal sole o dal vento. L’idea arriva da Mitsubishi Corp. e dal TIT, il Tokyo Institute of Technology, che tramite un accordo di collaborazione, lavoreranno insieme per mettere a punto un sistema di distributori per auto elettriche in grado di ridurre il carico ambientale totale, dalla fase di produzione energetica a quella della guida. I distributori in questione andranno a costituire una rete di infrastrutture su tutto il territorio giapponese, saranno alimentati solamente tramite energia rinnovabili e dotati di un sistema di tariffazione. Per la sperimentazione saranno installati nell’Ohokayama Campus moduli fotovoltaici, un generatore solare termico, un sistema di ricezione per l’energia generata da un impianto eolico ed un sistema di controllo. Prendono parte alla rete di distributori anche i Campus Suzukakedai e Tamachi, tramite alcune postazioni di ricarica. A essere alimentata sarà la piccola flotta di “i-MiEV” della Mitsubishi Motors Corp. che girerà tra i Campus. Inoltre sarà costruita una casa con un’alimentazione per auto per testare le differenze di costi tra alimentazione casalinga e alimentazione in rete di distribuzione. L’esperimento partito questo primo luglio, si concluderà il 31 marzo 2010. Attualmente sono ancora in fase di studio i sistemi di stoccaggio sia per la conservazione sia per la resa in disponibilità notturna a più basso costo, e per ciò che riguarda la disponibilità di energia eolica un sistema di doppia tariffazione.

Auto elettriche alimentate a energie rinnovabili


Le due parole magiche del futuro senza petrolio: auto elettrica e energia rinnovabile. E la Mitsubishi Corp. e il T.I.T., Tokyo Institute of Technology, hanno annunciato che collaboreranno allo sviluppo di sistemi di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici con fonti rinnovabili di energia. Insomma, stanno studiando dei distributori di energia che siano alimentati dal vento o dal sole. La cosa però all’apparenza sembra facile, ma nasconde diversi punti complessi.

Tokio, ecco come saranno alimentate le auto elettriche


Questa sorta di distributori di energia che andranno a costituire una rete di infrastrutture su tutto il Giappone, useranno come fonti sia la luce sia il calore del sole, sia il vento e che alimenteranno, appunto, la neo rete di distribuzione per veicoli.

E nella sperimentazione è incluso proprio tra gli altri, il Campus del Tokyo Institute of Technology a Ohokayama dove saranno installati pannelli fotovoltaici solari e un sistema per la generazione di energia eolica. La distribuzione non sarà gratuita ma vi saranno delle tariffe da pagare per l’energia prelevata. Prendono parte alla rete di distributori anche i Campus Suzukakedai e Tamachi. A essere alimentata sarà la piccola flotta di “i-MiEV” della Mitsubishi Motors Corp. che girerà tra i Campus.

Per completare la sperimentazione nel Campus di Tagasako, invece, sarà costruita una casa con un alimentazione per auto per capire le differenze di costi tra alimentazione casalinga e alimentazione in rete di distribuzione. Se l’energia solare è ovviamente legata al ciclo giorno/notte e dunque si stanno studiando i sistemi di stoccaggio sia per la conservazione sia per la resa in disponibilità notturna a più basso costo, per quanto riguarda la disponibilità di energia eolica sappiamo che non può essere costante e che non si può stabilire a priori il volume di entrata, così, la Mitsubishi e Tokyo Institute of Technology stanno sviluppando un sistema di doppia tariffazione che parte solo se l’energia distribuita è quella eolica.

L’esperimento partito lo scorso 1 luglio, si concluderà il 31 marzo 2010, come parte del più ampio progetto Advanced Energy Management (AEM), promosso dall’ Istituto di ricerca del Tokyo Institute of Technology e sostenuto da GS Yuasa Power Supply Home Eyeful Ltd, una consociata di casa Tostem Institute Co. Ltd che parteciperà alla ricerca sull’alimentazione casalinga.

La terza via viaggia su tre ruote


Postini, pony express, ragazzi delle pizze a domicilio e, perché no, signore molto indaffarate e nello stesso tempo in difficoltà nel traffico cittadino. Tranquilli, presto potrebbe arrivare il mezzo che fa per voi: un veicolo a tre ruote sicuro, maneggevole, comodo e, soprattutto, a trazione esclusivamente elettrica e dunque a impatto zero. Di conseguenza, in grado di superare le limitazioni al traffico nei centri storici.
Moose, come è stato ribattezzato, in realtà è ancora allo stadio di prototipo. Ma alla Micro-Vett di Imola, azienda gioiello dell'innovazione made in Italy (15 milioni di fatturato, 40 dipendenti e una leadership riconosciuta a livello europeo nella realizzazione di motori per il trasporto elettrico), sul "triciclo" hanno deciso di scommettere, avviando un'importante ricerca. «Il motivo è semplice – sostiene il presidente Gaetano Di Gioia –: sul mercato non esiste niente di simile. Mentre è proprio il mercato a chiedere un mezzo del genere».
Certo, il "tre ruote" nato in casa Micro-Vett è molto originale. In apparenza, può sembrare riservato a una nicchia di utenti. Chi ne segue lo sviluppo, tuttavia, è convinto che il potenziale target sia destinato rapidamente ad allargarsi. Fatto sta che l'idea è innovativa sia a livello di concezione di base sia dal punto di vista tecnologico. Largo nel punto massimo, cioè nella parte posteriore dove si trova l'asse con le due ruote, quanto un ciclomotore (84 centimetri per la precisione), è più leggero di qualsiasi concorrente, dal momento che la trazione elettrica consente la sparizione di una serie di organi meccanici, con conseguente riduzione del peso.
La sua caratteristica distintiva, comunque, è un'altra: si tratta di un veicolo a forte vocazione professionale. Ha il tettuccio per ripararsi dalla pioggia, il parabrezza con tanto di tergicristallo. E dietro, tocco che lo renderebbe inconfondibile, un bagagliaio capace di reggere fino a un quintale. Insomma, un motociclo, se così possiamo chiamarlo, pensato principalmente per chi deve fare molte soste e non ne può più di salire e scendere dal cavalletto. Con l'aggiunta della sicurezza data dalle tre ruote, ormai eccertata dalle statistiche sugli incidenti stradali. E l'atout ecologico, l'emissione zero di gas nocivi, per cavalcare il futuro della mobilità cittadina.
Non a caso il Moose nasce dai rapporti con le Poste italiane e quelle francesi, alla ricerca di una "terza via" per le consegne a domicilio rispetto alle auto (scomode e costose) e ai ciclomotori (pericolosi e poco pratici per i dipendenti di sesso femminile). D'altronde, la Micro-Vett conosce alla perfezione le esigenze di amministrazioni, società di servizi, enti pubblici, non solo italiani. È principalmente a questa categoria di clienti che l'azienda romagnola si rivolge: in tutta Europa girano migliaia di auto e veicoli commerciali (specialmente Fiat Panda, Fiorino, Iveco Daily, Piaggio Porter) con motori elettrici di ogni potenza messi a punto in quel di Imola. Recentissima è la gara vinta per l'"elettrificazione" delle Poste francesi, che hanno scelto di viaggiare con Fiat Doblò sui quali verrà montato un motore appositamente studiato dalla Micro-Vett.
Ora, il "triciclo da lavoro". «La scommessa – spiega Di Gioia – è che possa interessare non solo poste e postini, ma una larga fascia di consumatori. Fino a raggiungere utilizzatori non professionali, in particolare il pubblico femminile». Sul mercato ci sono già gli scooter elettrici della Vectrix, compagnia americana che sta conquistando il Vecchio continente. E la stessa Piaggio ha lanciato la versione "ibrida" dell'Mp3 (tre ruote, di cui due nella parte anteriore). Il Moose, però, sarebbe una novità assoluta.
La linea e la carrozzeria sono state definite dagli ingegneri e dai designer dello studio Exnovo di Rimini. Poi, insieme con l'Università di Padova, è stata avviata una ricerca sugli aspetti funzionali e dinamici, a partire dall'oscillazione e dall'inclinazione delle ruote posteriori, che devono assicurare stabilità in curva: i risultati sono sfociati in un sistema a differenziale elettronico per il quale è stato depositato uno specifico brevetto. Quanto alla trazione, le due ruote posteriori sono alimentate ognuna da un proprio motore elettrico, mentre sotto il sedile è sistemato un ampio spazio per le batterie al litio.
Ne è uscito un veicolo con prestazioni paragonabili a uno scooter 125 (ma non sarebbe difficile ridurre la potenza fino all'equivalente di un 50 cc, come per esempio richiesto dalle Poste): 80 chilometri orari di velocità massima e 80 chilometri di autonomia nel ciclo urbano. Se venisse messo in vendita, potrebbe avere un prezzo di 6-7mila euro. «Ma, attenzione – tiene a precisare Di Gioia –: i costi dei motori elettrici sono destinati a scendere con l'aumento della produzione. E non dimentichiamo che per la gestione quotidiana si spende dieci volte meno che per i mezzi a benzina o a gasolio».
Alla Micro-Vett ci credono da più di vent'anni, dal 1986 per la precisione. Con il tempo sono diventati padroni della tecnologia. E oggi passare dalle quattro alle tre ruote non è affatto un problema. Piuttosto, una sfida. Basta avere l'idea giusta. Moose a parte, ci stanno provando pure con il vecchio, caro Ape Piaggio: a Capri, come a Taormina, o a Firenze, o in piazza Navona a Roma, fra qualche mese potrebbero comparire decine di Ape modello risciò, per trasportare i turisti. Elettrici, naturalmente. Con un impatto ambientale inferiore anche alle carrozzine a cavallo.

Toyota: boom di auto ibride

Toyota: boom di auto ibride, difficile soddisfare la domanda


Gli automobilisti scelgono le auto ibride. Tanto che Toyota stenta a tener dietro alla domanda per le sue vetture che combinano un motore elettrico e uno a scoppio per ottimizzare l'efficenza dei consumi. La produzione di batterie non riesce a soddisfare le richieste. Una situazione che rischia di proseguire per tutto l'anno, visto che non si potranno avviare nuove linee di produzione di batterie fino al 2009. Il vice presidente di Toyota, Takeshi Uchiyamada, ha detto all'Associated Press che «le ibride vendono così bene che stiamo facendo tutto il possibile per aumentare la produzione, ma ci servono nuove linee produttive».


La notizia è di rilievo perchè arriva dal leader mondiale del settore, che ha fatto della su Prius il simbolo della rivoluzione della mobilità sostenibile. Un business sempre più interessante per i produttori di autoveicoli, come dimostra l'annuncio di Honda, che ha messo in produzione un modello alimentato a idrogeno con sistema a celle a combustibile.


A spingere la domanda è soprattutto il rincaro dei carburanti. Nelle scorse settimane Toyota ha riferito di aver complessivamente venduto oltre 1,5 milioni di ibride, ma conta di venderne un altro milione sul solo 2008.

IN PROVA AL G8 DI HOKKAIDO


Stella, la piccola vettura
elettrica di Subaru



Si ricarica tramite la presa della corrente domestica


Subaru ha realizzato un prototipo di un nuovo veicolo elettrico (EV), la Subaru Plug-in Stella Concept, che verrà esposta ed utilizzata durante l’imminente Summit dei G8 che si terrà dal 7 al 9 luglio 2008 ad Hokkaido Toyako.

FHI (Fuji Heavy Industries) metterà a disposizione quattro esemplari per il trasporto dei rappresentanti di governo e degli altri partecipanti al summit, mentre un quinto resterà in mostra presso il Environmental Showcase, un'area di esposizione e prova realizzata presso l’International Media Center, dove la vettura potrà anche essere provata. Inoltre FHI fornirà una Stella Concept alle Poste giapponesi che la impiegheranno nella raccolta e nella consegna della corrispondenza nelle vicinanze di Toyako durante il summit. Stella utilizza il medesimo sistema di propulsione elettrica adottato dalla R1e. Il risultato è un’auto che offre un’ottimale risposta ad un’ampia gamma di esigenze di mercato, grazie anche alla compattezza e alla versatilità di utilizzo.

Questo nuovo prototipo fa parte del programma di ricerca che FHI sta da tempo svolgendo nel settore degli EV, una soluzione per un nuovo tipo di mobilità più rispettosa dell’ambiente in cui l’azienda crede fermamente ed è all’avanguardia. Il motore elettrico, per silenziosità, prestazioni ed emissioni zero, si pone ampiamente al vertice sul piano ecologico. Anche i suoi tradizionali limiti, costituiti da peso ed ingombri delle batterie e dalla loro limitata autonomia, sono sempre più vicini al definitivo superamento.



Il Concept rappresenta una evoluzione dei già noti modelli R1e e G4e, quest’ultimo presentato lo scorso anno al Salone di Tokyo e in seguito al Salone di Ginevra. Grazie al sistema plug-in Stella si può ricaricare tramite presa di corrente domestica. L’avanzata tecnologia della nuova generazione di batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni, l’evoluto sistema di gestione della propulsione elettrica e la intelligente struttura di questi prototipi, consentono il trasporto di 5 persone per oltre 200 Km per carica. Tutte queste caratteristiche hanno reso le auto elettriche Subaru sempre più vicine alla produzione di serie, come attestano le flotte già in sperimentazione nell’uso quotidiano.

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Quaranta esemplari della R1e, equipaggiati con batterie agli ioni di litio (Li-ion) , sono attualmente impiegati nell'ambito della flotta aziendale di TEPCO e del governo della Prefettura di Kanagawa, il che ha permesso di ricavare importanti elementi ai fini della prosecuzione del lavoro di sviluppo degli EV di FHI. Tali dati, raccolti in condizioni reali d'impiego, hanno consentito ad FHI di affinare la concezione degli EV di prossima generazione e di apportare ulteriori miglioramenti per la praticità ed il confort nell'uso effettivo.

IVECO E FEDEX: DAILY IBRIDI AL DEBUTTO SU STRADA


Milano - Iveco ha annunciato l’inizio dei test su strada di dieci Daily ibridi diesel-elettrici con la collaborazione di FedEx Express, il più grande corriere aereo espresso del mondo, che utilizzerà questi veicoli a Milano e Torino.
A consegnare simbolicamente le chiavi dei veicoli a John Formisano, Vice President Global Vehicles di Fedex Express, è stato l’Amministratore Delegato di Iveco Paolo Monferino, nell’ambito di una cerimonia che si è svolta a Milano, nello splendido scenario di Palazzo Marino, alla presenza dell’Assessore alla Mobilità, Trasporti, Ambiente del Comune di Milano Edoardo Croci.
L’ultima generazione della tecnologia ibrida Iveco, già presentata in occasione del RAI di Amsterdam lo scorso ottobre, consente risparmi di combustibile fino al 30% in ambito urbano, con una riduzione corrispondente di emissioni di CO2, grazie a sofisticati sistemi di controllo e funzioni quali Stop & Start, il lancio in modalità elettrica e la frenata con recupero di energia.
La flotta di dieci veicoli Daily ibridi che viene messa in circolazione sulle strade urbane milanesi e torinesi consentirà di risparmiare in un anno circa 6000 litri di gasolio e di ridurre le emissioni di CO2 di circa 15 tonnellate rispetto a quanto consumato ed emesso da veicoli tradizionali.
“Iveco - ha detto Paolo Monferino - è fortemente impegnata nello sviluppo di questa tecnologia e il nostro prossimo passo è industrializzarla, in modo da renderla disponibile a prezzi accessibili ai nostri clienti. A fronte di una domanda crescente, Iveco metterà in produzione nei suoi stabilimenti questa tipologia di veicoli già a partire dalla fine del 2009″.
“Questo nuovo investimento - ha detto John Formisano - conferma il continuo impegno di FedEx per lo sviluppo del mercato dei veicoli commerciali ibridi in tutto il mondo, riflettendo anche la continua crescita di questa tecnologia nel settore del trasporto commerciale”.
Oltre ad aver constatato che i Daily sono veicoli ideali per usi commerciali in ambito urbano, grazie alla loro grande manovrabilità, gli autisti di FedEx, durante il training effettuato recentemente presso Iveco, hanno apprezzato le prestazioni e le doti di funzionalità e facilità di utilizzo dei Daily ibridi.
I veicoli consegnati a Milano costituiscono l’inizio di una serie di test su strada che FedEx, attivamente impegnata con Iveco nella diffusione di questa tecnologia, condurrà in altre città europee, a cominciare da Parigi.(CHI E’ CHI)

Metti il sole nel motore


Provate a immaginare un'automobile a costo zero. Che si rifornisce, di continuo, con la più grande pompa d'energia che la natura ci ha regalato: il sole. E quando ha fatto il pieno, grazie alle sue celle fotovoltaiche, può continuare a immettere energia elettrica in rete, magari dal posteggio aziendale o di casa. Guadagnandoci. Risultato: una flotta aziendale di veicoli elettrico-solari che non solo risparmierà sul "carburante" ma sarà in grado di generare anche introiti per ripagarsi, almeno in parte, l'investimento.
Questo, per ora è un sogno. Ma di quei sogni che già stimolano, e concretamente, gli scenari dei tecnologi e i progetti dei ricercatori. Come è avvenuto a Torino dallo scorso luglio, sotto l'etichetta di Phylla (nome un po' arboreo che richiama insieme foglia e clorofilla, ovvero energia naturale).
«Un laboratorio cooperativo su quattro ruote, la Phylla. Elettrico, solare, ecologico. Per capire fino a dove possiamo spingerci per immaginare l'auto del prossimo futuro». Così Nevio di Giusto, amministratore delegato del Centro ricerche Fiat (Crf) definisce il progetto. Partito in luglio da un'iniziativa della Regione Piemonte. «L'idea di chiedere, con un prototipo, alla comunità automobilistica torinese e italiana lo sviluppo, e rapido, di una piattaforma tecnologica sostenibile e avanzata – spiega Andrea Bairati, assessore regionale all'Industria – da personalizzare per usi multipli, anche per una diversa idea di gestione delle flotte di veicoli della Pubblica Amministrazione».
Un'operazione che ricorda da vicino le iniziative di politica industriale all'americana (tipiche del Dipartimento della Difesa): prototipi di frontiera, invece di finanziamenti a pioggia. «A luglio dell'anno scorso ci hanno chiesto l'auto a energia solare – racconta di Giusto –: stavamo per rispondere di no, dato che non avevamo piani in proposito, ma abbiamo preferito mettere delle condizioni. Primo: che diventasse un laboratorio propulsivo per il territorio. Secondo: dato che non sarebbe stata un'autovettura autosufficiente, sarebbe stato necessario creare alcune stazioni di ricarica, almeno sui percorsi preferenziali della Phylla».

Di qui il decollo del progetto. Quattro mesi dopo il primo lancio dell'idea, in novembre si era già formato il consorzio di sviluppo (oltre alla regia del Crf, altri quattordici partner, tra cui Politecnico di Torino, Pirelli, Novamont, Istituto europeo di Design,...) e a gennaio 2008 il progetto esecutivo della Phylla era già pronto, con tanto di pubblica presentazione ufficiale. «In tutto, se consideriamo che il veicolo sarà su strada tra un mese in piccola serie all'Aereoporto di Caselle, dodici mesi dall'idea al prodotto – osserva Di Giusto –. E questo dà la misura di cosa possiamo fare, noi italiani, quando abbiamo idee, tempi e obiettivi chiari». Tre stazioni di ricarica fotovoltaiche nel centro di Torino, a Mirafiori e a Caselle. Abbastanza per una piccola flotta di Phylla, e per un primo test sul campo.
Ma andiamo dentro il prototipo, che non è la solita auto elettrica. La Phylla è invece un laboratorio di multiple dimensioni innovative.
La prima è il fotovoltaico. L'auto integra sulla carrozzeria (parte anteriore, tetto, fasce laterali) gli innovativi pannelli fotovoltaici flessibili (si veda articolo in pagina, ndr) della Enecom. Il risultato è promettente: «Con la sola alimentazione solare, ovviamente in giornate di sereno, l'auto ha un'autonomia da 10 a 18 chilometri al giorno – dice di Giusto –. Questo significa che, se faccio in media un centinaio di chilometri al giorno, circa il 15% li ottengo gratis. Non è poco: per raggiungere simili livelli di risparmio su un autoveicolo sarebbero necessarie tecnologie estremamente sofisticate».
Ma è solo un primo risultato. «Sul primo prototipo abbiamo scelto celle in silicio monocristallino, attualmente a massimo rendimento – spiega Enrico Pisino del Crf, architetto della Phylla –. Per il futuro non è escluso, per esempio sulle fasce laterali, l'uso di fotovoltaico a film sottile, che può convertire meglio la luce riflessa». «Il fotovoltaico è in rapida evoluzione – aggiunge Di Giusto – stiamo anche lavorando a pannelli in grado di moltiplicare, tramite lenti, la luce sulle celle. Potremmo ricavarne, a regime, valori ben più alti di energia catturata».
Ma Phylla non è solo una scommessa solare. «L'obiettivo vero è avvicinarsi a un'auto completamente sostenibile – dice Pisino –, anche nei materiali, nella riciclabilità, nel risparmio energetico»

Fin dal progetto di base. Basato su due blocchi indipendenti: skateboard (telaio) e carrozzeria. «L'idea è che in futuro ci si potrà personalizzare il veicolo per usi differenti. Per esempio gli studenti delle scuole di design che lavorano con noi stanno sviluppando versioni per il trasporto degli anziani, e mini-ambulanze urbane. La carrozzeria è volutamente fatta di materiali polimerici, e negli interni persino di fibre naturali, a basso costo di investimento».
Per lo skateboard, invece, il discorso è opposto. «Qui abbiamo lavorato su un gruppo di batterie a ioni di litio, con 250 chilometri di autonomia, a minor ingombro possibile e spalmato su tutto il pianale – spiega Pisino – e su quattro corner, angoli dove ciascuna ruota è sospinta da un suo motore elettrico indipendente».
Quattro motori, quindi, uno per ruota. «Ci dà la possibilità di regolare la trazione, dando più spinta a un lato piuttosto che a un altro, tramite comandi ai vari motori da centralina elettronica, da un computer in grado di adattare gli assetti, e quindi ottenere consumi ottimali». Dalla trazione integrale, 4X4, fino al differenziale in curva, tutto via software.
Ma non solo trazione innovativa, negli angoli dello skateboard. «Abbiamo lavorato anche sull'aereodinamica attiva – continua Di Giusto – Con una particolare progettazione degli pneumatici, insieme a Pirelli, in grado di creare un flusso d'aria verso il retro dell'auto, quindi in grado di ridurre la resistenza del veicolo». «E questo insieme a gomme ultraverdi, a minimo attrito di rotolamento, dotate di sensori di pressione, quindi capaci di segnalare in ogni momento le anomalie, e di conseguenza aumenti nei consumi».
Tutto per risparmiare preziosa elettricità: fanaleria a Led (un quarto delle lampadine tradizionali), allo studio un impianto di climatizzazione – «La singola componente più energivora dell'auto, dice Pisino» – a basso consumo. E dotazioni di servizi telematici di infomobilità per i percorsi ottimali.
Eppure i ricercatori del Crf non sono ancora soddisfatti. «Pur con la più avanzata tecnologia disponibile l'autonomia massima del pacco batterie è ancora di soli 250 chilometri, più che sufficiente per un veicolo urbano ma non certo per un'auto di uso generale – dice Pisino –. Ora, sul prototipo Phylla stiamo anche pensando alla possibilità di un "range extender", che potrebbe essere un piccolo motore a metano, oppure anche una fuel cell a idrogeno, laddove disponibile». Una sorta di ibrido all'inverso, insomma: principalmente elettrico (e il più solare possibile) ma anche dotato di un motore, più o meno tradizionale, per renderla automobile a tutti gli effetti.
giuseppe.caravita@ilsole24ore.com

Bmw, sperimentazioni


Bmw, sperimentazioni
nel campo dell'elettrico

Saranno testati motori elettrici montati su Mini


Nell’ambito della strategia Number One del gruppo Bmw, l’azienda inizierà test approfonditi sui propulsori elettrici. Nei prossimi mesi, Bmw effettuerà diverse prove su veicoli a propulsione elettrica per anticipare le motorizzazioni alternative del futuro. Alcune centinaia di auto del marchio Mini si stanno preparando a tale scopo. Le vetture, costruite nello stabilimento di Oxford, saranno modificate di conseguenza a Monaco e approntate per le prove.



“Questo passo – ha sottolineato il Dr. Norbert Reithofer, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Bmw Ag – permetterà al BMW Group di acquisire una conoscenza iniziale sulla mobilità sostenibile che potrebbe essere ottenuta utilizzando veicoli esclusivamente elettrici. Il nostro compito è di coniugare la migliore esperienza di guida con un’efficiente motorizzazione elettrica ad emissioni zero”.

Le prove con propulsori alternativi su carrozzerie MINI saranno effettuate nei prossimi 12/18 mesi per affinare la tecnologia.

PRONTE PER LA CALIFORNIA?


Il Gruppo BMW non conferma ancora la notizia, limitandosi ad affermare che una decisione sarà presa entro l'anno, ma secondo "Automotive News Europe", la Casa bavarese starebbe progettando di esportare 500 Mini elettriche in California.

Le vetture saranno assemblate nello stabilimento britannico di Oxford senza propulsore, cambio e serbatoio, e poi trasferite negli impianti BMW di Monaco dove saranno equipaggiate con i motori elettrici.

Una volta pronta, la flotta delle Mini (tutte di colore argento metallizzato e con il tetto giallo, nella nostra ricostruzione) dovrebbe sbarcare in California, dove 490 unità saranno date in leasing a un selezionato numero di clienti locali e le rimanenti dieci serviranno da show car. BMW riuscirebbe così a rispondere così alle nuove normative californiane sulle emissioni inquinanti. La Mini, del resto, sta andando molto bene negli States: nel semestre la Cooper è cresciuta del 33,6% a 26.400 esemplari.

In California le Mini elettriche

Di inglese ci sarà solamente l'ossatura della macchine, che saranno poi spedite
in Germania per essere "riempite" di tutto l'equipaggiamento della trazione elettrica


La Bmw ha in programma di esportare in California 500 Mini in versione completamente elettrica. La notizia è stata riferita da fonti interne alla casa bavarese alla testata specializzata Automotive News Europe. Le Mini elettriche verranno costruite nella fabbrica storica di Oxford, ma senza motori, cambi e serbatoi di carburante.

In pratica di inglese ci sarà solamente l'ossatura della macchine, che saranno poi spedite in Germania per essere "riempite" di tutto l'equipaggiamento necessario alla trazione elettrica. Terminato l'assemblaggio e la verniciatura bicolore (argento metallizzato con tetti gialli), ci sarà la spedizione via mare verso lo stato americano, uno dei più severi in tema di emissioni inquinanti.

Del totale di vetture, 490 sono destinate ad una clientela selezionata, mentre le restanti 10 verranno utilizzate come show car. "Questo progetto ci consentirà di valutare come può funzionare un tipo di mobilità fatta di veicoli esclusivamente elettrici", ha dichiarato il gran capo del gruppo Bmw Norbert Reithofer. L'esperimento dovrebbe fornire indicazioni interessanti, anche perché quello americano è un mercato da sempre florido per le piccole anglo tedesche. Basti pensare che nei primi sei mesi di quest'anno le vendite di Mini Cooper negli States sono cresciute del 33,6% per un totale di 26.400 unità, contro le 19.759 del primo semestre 2007.
(11 luglio 2008)

di MARCO SCAFATI

Peugeot-Citroen con Mitsubishi

Peugeot-Citroen con Mitsubishi
per progettare l'auto elettrica



Il gruppo francese punta - entro il 2015 - a una posizione
di leadership nel settore delle automobili super ecologiche



Nuovo accordo fra il gruppo Psa, Peugeot Citroen, e Mitsubishi per realizzare una prossima auto elettrica: i due colossi lavoreranno assieme "sullo sviluppo, fabbricazione e utilizzazione" delle motorizzazioni elettriche destinate a "piccoli veicoli da citta". L'iniziativa è stata annunciata mentre si moltiplicano i progetti di auto elettriche, tra cui figura anche quella della cordata Pininfarina-Bollorè.

Prima del lancio industriale, i due gruppi attendono le conclusioni di uno studio sulla cooperazione tecnica nell'auto elettrica che dovrebbe essere pronto a fine anno. Psa Peugeot Citroen sottolinea come il progetto si iscriva nel suo piano strategico 2010-15 che ha tra i suoi obiettivi la leadership nelle auto ecologiche. La casa francese ricorda anche che il gruppo ha già commercializzato auto elettriche tra il 1995 e il 2005. Il costruttore giapponese lancerà già nel 2009 sul mercato giapponese una piccola auto elettrica, la MiEV , equipaggiata dalla batterie litium-ion che produce in joint
venture con GS YUasa.
Gli automobilisti statunitensi puntano su vetture super ecologiche,
ibride o solo a batteria. Lo sostiene una ricerca J.D Power

( e quelli Italiani???? dormono....)


La J.D. Power and Associates non ha dubbi: il 72% degli americani sarebbe disposto a valutare la possibilità di acquistare, come prossimo veicolo, un'auto elettrica o ibrida.

La ricerca si è svolta in due fasi: in un primo tempo si chiedeva al consumatore di esprimere la propria preferenza tra l'acquisto di una ibrida-elettrica e una sua omologa con motore tradizionale; solo in un secondo tempo si rivelava la differenza di prezzo, nell'orbita dei 5.000 dollari. Risultato? Se nel 2005 alla prima domanda 58 consumatori su 100 rispondevano a favore delle ibride, solo 3 anni dopo la cifra è salita di quasi 15 punti percentuali. Una volta rivelata la differenza di prezzo, inoltre, quasi la metà dei consumatori ha confermato la propria scelta verde.

"I consumatori oggi sono più consapevoli non solo del costo del carburante, ma anche della necessità di adottare comportamenti più eco-compatibili" - ha detto Mike Marshall, direttore della divisione 'tecnologie emergenti' alla J.D. Power and Associates. Eppure, secondo Marshall, il tipo di prodotto che realmente i guidatori vorrebbero acquistare non è ancora diffuso. Non a caso pochi giorni fa il candidato presidente repubblicano, John McCain, ha proposto un 'premio' di 300 milioni di dollari per lo sviluppo delle tecnologie plug-in.

E in Europa? Da noi il mercato ibrido o elettrico è indietro, ma si stanno compiendo notevoli passi avanti, soprattutto nel settore delle auto di 'lusso': chi infatti può permettersi di comprare una vettura costosa potrebbe non avere troppe resistenze nel pagare un pò di più per avere un motore più ecologico e nel lungo conveniente.

250 mila auto elettriche vendute entro il 2015 in Europa

L’industria dell’auto affronta i nuovi mercati delle auto elettriche
Italia, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Francia e Spagna, costituiranno il 93% del mercato delle vendite in Europa di auto elettriche. Si prevede che entro il 2015 in Europa ne circoleranno oltre 250 mila.
Un numero impressionante, giustificato dall’aumento del costo del carburante e dei livelli di emissione dei gas serra. Le case automobilistiche mondiali sono obbligate ad affrontare questo nuovo mercato, studiando nuove tecnologie e modelli. Molti i cambiamenti che travolgeranno il mondo dell’auto, tra questi il leasing delle batterie per auto.

“L’interesse nei confronti del leasing e il valore aggiunto che i consumatori riceveranno da questi nuovi modelli di commercializzazione avranno un ruolo decisivo nello sviluppo di questo mercato – commenta l’analista di Frost & Sulllivan Anjan Hemanth Kumar - Lo sviluppo tecnologico delle batterie sarà importante in egual misura. La maggiore autonomia di viaggio sarà un fattore determinante nel successo di questi veicoli. Una batteria con una autonomia di 150km sarà appropriata alla popolazione urbana, mentre una batteria con una autonomia di almeno 230km consentirà l’adozione di questi veicoli anche a coloro che abitano in aree rurali espandendo quindi la base di mercato fino ad oltre 3 milioni di potenziali acquirenti”.

“La competizione tra produttori sarà presente in tutti i segmenti di mercato, dalle automobili di basso costo fino ai veicoli di lusso con prezzi che varieranno tra gli 11.000€ e i 348.000€ - sottolinea Kumar -. I consumatori saranno inoltre incoraggiati dal fatto che i nuovi veicoli elettrici potrebbero offrire risparmi mensili tra i 150 e i 700€”.

Si sta aprendo una nuova era per l’auto … siamo tutti curiosi di scoprirla.
11/07/2008 Team Infomotori.com

Super premio per l'auto elettrica

Super premio per l'auto elettrica
andrà all'inventore delle batterie

Per incoraggiare la ricerca sui temi energetici, il candidato alle presidenziali,
John McCain, promette 300 milioni di dollari a chi propone nuovi accumulatori


Per incoraggiare la ricerca sui temi energetici e cercare di combattere i problemi del caro benzina, il candidato repubblicano alle presidenziali Usa 2008, John McCain, ha lanciato oggi una proposta, da lui stesso presentata come la Clear Car Challenge (la sfida per l'auto ecologica): 300 milioni di dollari in premio a quei ricercatori che sapranno mettere a punto una superbatteria per auto anche elettriche "che superi le attuali tecnologie" e che consenta agli automobilisti di domani di non dover più ricorrere al pieno. E' quanto McCain ha proposto oggi in un incontro elettorale alla Fresno State University, in California. Per raggiungere l'entità del premio secondo McCain basterebbe che ogni americano fosse disposto a dare 1 dollaro.



Un dollaro a testa per un premio da 300 milioni di dollari" ha detto, sottolineando che in tema di ricerca "gli americani possono raggiungere obiettivi straordinari se davvero lo desiderano". Basterebbe una batteria di questo tipo per avviare una produzione di massa per auto ibride ed abbattere così del 30% gli attuali costi del carburante.
Questo Clean Car Challenge deve rappresentare una sfida concreta per i ricercatori del settore. "Da ora in avanti incoraggeremo sforzi eroici nella nostra ricerca scientifica e raggiungeremo i più grandi successi" ha affermato McCain.

Diversa la posizione del candidato democratico, Barack Obama, secondo il quale per affrontare al meglio le questioni energetiche ed arrivare ad abbassare i costi dei carburanti bisogna attivare una politica tale da arrivare ad abbassare le speculazioni delle compagnie petrolifere.

venerdì 27 giugno 2008

sabato 31 maggio 2008

domenica 25 maggio 2008

sabato 24 maggio 2008

MoTechEco - mobilità sostenibile

Alla nuova Fiera di Roma MoTechEco, l'evento che vuole diventare la più importante vetrina europea della mobilità sostenibile

entra nella fotogallery Per farlo ha scelto non a caso Roma, capitale d’Italia, il luogo centrale della politica italiana: MotechEco è per quattro giorni il palcoscenico ideale proprio per l’incontro e il confronto tra il mondo della politica e quello dell’imprenditoria; un’occasione unica per dibattere sui temi della mobilità sostenibile. Parallelamente all’esposizione saranno, infatti, organizzati diversi convegni, con la partecipazione di personaggi del mondo politico, imprenditoriale, scientifico, universitario, istituzionale italiano ed europeo.

MoTechEco vuole offrire ai protagonisti della mobilità uno spazio internazionale per creare un punto d’incontro e di confronto utile a ridurre inquinamento ed emissioni di CO2. Associazioni, enti e istituzioni porteranno l’esperienza e i progetti per la mobilità alternativa; protagoniste saranno anche alcune grandi aziende automobilistiche con le tecnologie a basso impatto ambientale e le piccole e medie imprese del settore con le novità a due ruote più divertenti e sostenibili.

All’interno dell’esposizione presente anche un’area interamente dedicata ai prototipi e alle novità che, nel prossimo futuro, contribuiranno a ridurre l’impatto ambientale dei mezzi. La “Galleria delle tecnologie”, aperta al pubblico, è dedicata in particolare agli studenti delle scuole che visiteranno la rassegna. Gli alunni vengono accompagnati dallo staff di Legambiente lungo un percorso didattico studiato appositamente dall’associazione sulla base delle necessità formative dei ragazzi.

Inoltre, ad animare il nuovo polo fieristico della Capitale, test drive, un bike&skate park per le prove acrobatiche, e un’area ludica per i bambini, MoTechEcolandia. MotechEco è l’evento che mancava nell’attuale panorama fieristico europeo, un prestigioso palcoscenico per realizzare un nuovo concetto di mobilità.
23/05/2008 Team Infomotori.com

Toyota pianta 50.000 alberi per un eco-impianto

TOYOTA ha organizzato la più grande iniziativa di impianto di nuovi alberi mai realizzata finora in Giappone per realizzare una produzione sostenibile nei suoi impianti

entra nella fotogallery Un gran numero di volontari - membri della comunità locale, funzionari di Toyota City, dirigenti di TMC, a partire dal Presidente Katsuaki Watanabe, dipendenti di TMC e i loro familiari – si sono radunati nell’impianto TMC di Tsutsumi Plant per piantare 50.000 alberi nei pressi della fabbrica (dove tra gli altri modelli viene prodotta anche la Prius).
L’evento è stato ideato per creare un ambiente multiforme utilizzando alberi nativi della zona. Dopo aver condotto un’accurata ricerca sulla vegetazione locale, sono stati impiantati 55 diversi tipi di alberi, per creare un sito di produzione che dovrebbe servire anche come habitat lussureggiante e diverso per molte creature viventi.

Non solo questo...
Oltre agli alberi, TMC sta applicando il suo know-how sulla biotecnologia e sul rimboschimento anche con altri interventi, come i “tetti verdi” dell’impianto di Tsutsumi ricoperti con una vegetazione capace di assorbire gli NOx.
Le attività produttive sostenibili nella fabbrica Tsutsumi non si limitano all’impianto di alberi o di altri tipi di vegetali. Nello scorso mese di marzo, nell’impianto è stato installato un sistema di generazione fotovoltaico per ridurre le emissioni di CO2 . Questo sistema, che utilizza energia naturale, ha una potenza di 2.000kW, che ne fa uno dei sistemi di generazione fotovoltaici più grandi attualmente in funzione negli impianti automobilistici nel mondo. Tutto ciò, insieme all’introduzione attiva di sistemi di cogenerazione e ad altri sforzi di risparmio energetico, consentirà di ridurre del 55% le emissioni di CO2 su base annua, rispetto al 1990. Ciò equivale alla quantità di CO2 che può essere assorbito ogni anno da una foresta tropicale di 5.040 ettari.

Toyota ci crede...
TMC ha iniziato le sue attività di produzione sostenibile in Giappone a luglio dello scorso anno.
Queste attività sono svolte puntando ai seguenti tre obiettivi:
1) raggiungere prestazioni ambientali d’avanguardia introducendo tecnologie innovative e iniziative di miglioramento continuo ispirate al principio del kaizen,
2) ridurre la CO2 utilizzando energia rinnovabile, come biomassa e fonti naturali, come il solare e l’eolico,
3) contribuire alla comunità locale e a conservare l’ambiente impiantando alberi nei siti delle fabbriche e nei loro dintorni.
Toyota intende promuovere queste attività in altri impianti di produzione veicoli e componenti, in Giappone e oltremare.

Nell’impianto di Tsutsumi un programma “eco-point” permette ai dipendenti di pianificare su base volontaria iniziative ambientali o partecipare ad eventi dedicati. Allo stesso tempo, con il desiderio di creare impianti produttivi che siano integrati con le comunità circostanti, TMC intende continuare a promuovere attività che riflettono le opinioni degli abitanti del posto e che possano essere svolte congiuntamente.
19/05/2008 Team Infomotori.com

mercoledì 21 maggio 2008

Il perchè l'auto elettrica!







http://www.rai.it/mppopupvideo/0,,RaiDue-Annozero-Puntate%5E%5E27886,0.html

martedì 6 maggio 2008

Auto più ecocompatibili, biocarburanti anche in Formula 1

Auto più ecocompatibili, biocarburanti anche in Formula 1
Industria - 15-01-2008 - 02:01

Sottolineando il potenziale contributo del comparto auto europeo alla riduzione dell'inquinamento, il Parlamento chiede incentivi alla rottamazione, tassazione basata sulle emissioni, obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di CO2 (dal 2015), sensibilizzazione dei conducenti e migliori infrastrutture. Ma occorre anche promuovere un maggiore ricorso a biocarburanti e motori ibridi, pure in Formula 1, il miglioramento della qualità dei carburanti e l'aumento dei fondi per la ricerca.

Il Parlamento chiede inoltre di completare il mercato interno delle auto, dalla vendita alla riparazione, ma anche delle multe. Bisogna poi ridurre e semplificare la normativa, ed eliminare gli oneri burocratici, migliorare la sicurezza stradale, nonché garantire una leale concorrenza internazionale e l'accesso ai mercati esteri.

Il Parlamento ha approvato con 607 voti favorevoli, 76 contrari e 14 astensioni la relazione di Georgios CHATZIMARKAKIS (ALDE/ADLE, DE) che risponde alla posizione della Commissione in merito alle raccomandazioni sulle politiche e sulla normativa nel settore automobilistico per accrescerne la competitività, migliorare la sicurezza e la protezione dell'ambiente, formulate dal gruppo di alto livello CARS 21. I deputati sottolineano anzitutto che l'industria automobilistica dell'UE rappresenta uno dei suoi settori economici più importanti, con una produzione annua di 19 milioni di veicoli e 2,3 milioni di addetti diretti e altri 10 milioni nell'indotto. Si compiacciono quindi della relazione finale di CARS 21 e della comunicazione della Commissione che, a loro parere, «indicano la direzione della futura politica nel settore dell'automobile».

Incentivare la rottamazione e, dal 2015, ridurre le emissioni di CO2

Un'ambiziosa politica di riduzione delle emissioni «avrà effetti positivi a livello mondiale in termini di riduzione delle emissioni legate ai trasporti» e le norme sulle emissioni inquinanti rappresentano «un reale successo poiché hanno portato ad autovetture molto pulite». Il Parlamento plaude quindi ai programmi della Commissione per ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture e sottolinea che, per raggiungere questo scopo, lo strumento «più adeguato» è un approccio integrato che tenga conto di tutte le possibilità. Occorre quindi agire su infrastrutture, comportamento degli automobilisti, incentivi per favorire l'uso di automobili più pulite, biocarburanti e tecnologie dei veicoli.

Per il Parlamento, peraltro, parallelamente all'introduzione di veicoli meno inquinanti, il miglioramento della qualità dell'aria «potrà avvenire solo attraverso un rinnovo più rapido del parco auto». Sono quindi necessarie misure finanziarie per incoraggiare i consumatori a sostituire le loro vecchie autovetture con veicoli meno inquinanti. Sollecita poi il Consiglio a raggiungere un accordo sulla proposta intesa a collegare le tasse sulle autovetture alle loro emissioni inquinanti, nella fattispecie quelle di biossido di carbonio.

Il Parlamento chiede inoltre obiettivi ambiziosi «ma realistici» per la riduzione delle emissioni di CO2, ma sottolinea che quanto più questi saranno ambiziosi «tanto più lungo dovrà essere il periodo accordato all'industria automobilistica per adattarvisi». Nel ricordare che lo sviluppo di nuovi tipi di autovetture richiede dai cinque ai sette anni, chiede quindi alla Commissione di non fissare obiettivi obbligatori definitivi per le emissioni di CO2 prima del 2015. A partire da quella data, per i deputati, un obiettivo medio di 125g/km di emissioni di CO2 per le nuove autovetture «dovrebbe essere realizzabile», ma andrebbero fissati obiettivi a lungo termine «più ambiziosi» e modulati in funzione del peso dei veicoli.

Il Parlamento chiede poi che le misure intese a ridurre le emissioni di CO2 pongano maggiormente l'accento sulla sensibilizzazione dei conducenti alle tecniche di guida economiche. Quest'opera di sensibilizzazione dovrebbe anche essere realizzata attraverso il miglioramento dell'indicazione dei dati relativi al consumo di carburante e sulle emissioni inquinanti. Ricordando che la riduzione delle emissioni di CO2 dalle automobili può essere più facilmente realizzata mediante la ristrutturazione dei sistemi di trasporto pubblico, chiede poi di stilare un inventario delle altre misure di carattere non tecnico applicate per ridurre la CO2 nell'Unione europea.

Promuovere i biocarburanti, anche in Formula 1

Accogliendo un emendamento dei Verdi, il Parlamento prende atto dell'intento della Commissione di fissare un obiettivo vincolante per i combustibili agricoli e la invita a sviluppare un sistema di certificazione «vincolante e completo», applicabile ai combustibili di origine agricola immessi nell'UE. Ritiene inoltre che tali criteri debbano essere concepiti in modo da garantire un risparmio di gas serra di almeno il 50% lungo tutto il ciclo di vita rispetto ai combustibili convenzionali. Invita poi la FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile) e altri soggetti partecipanti alla Formula 1 «a modificare le proprie regole affinché possano essere più facilmente applicate tecnologie più rispettose dell'ambiente come i biocarburanti, i motori a quattro cilindri e i motori ibridi».

Sottolinea, peraltro, che per realizzare l'obiettivo di una maggiore utilizzazione dei biocarburanti e dell'idrogeno, «è urgente dare impulso alle necessarie reti locali che consentano l'approvvigionamento dei cittadini».

Migliorare la qualità dei carburanti

I deputati esprimono apprezzamento per la rapida introduzione delle norme Euro-5 e Euro-6 per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti dalle automobili private, ma sollecitano la Commissione ad adottare senza indugio «una proposta ambiziosa» per una norma Euro-VI relativa agli automezzi pesanti. In tale contesto, accolgono con favore la proposta di revisione della direttiva sulla qualità dei carburanti per «tener conto del ciclo di vita delle emissioni di gas serra riconducibili ai carburanti utilizzati per i trasporti stradali».

Aumentare i fondi per la ricerca: auto elettriche e ibride

Il Parlamento chiede alla Commissione di adottare entro il 2012 una strategia per incrementare in modo significativo e sufficiente i finanziamenti a favore della R&S per il settore automobilistico, prestando particolare attenzione all'industria dell'indotto. Sollecita però gli Stati membri a subordinare qualsiasi aumento dei finanziamenti alla natura vincolante degli obiettivi di emissione di CO2. Per i deputati, unitamente ad automobili più efficienti sotto il profilo del consumo di carburante, è fondamentale l'introduzione di auto elettriche da città e, pertanto, sollecitano il sostegno alla ricerca e allo sviluppo delle necessarie tecnologie, «in particolare nel campo dei motori all'idrogeno, delle pile a combustibile o dei veicoli ibridi».

Completare il mercato interno dell'automobile

Il Parlamento invita la Commissione a garantire un'adeguata attuazione in tutta l'UE del regolamento sulla distribuzione di autoveicoli (esenzione per categoria) e sollecita misure per garantire una procedura di registrazione che renda più facile la vendita transfrontaliera, in particolare di automobili usate. Dovrebbe inoltre avanzare proposte relative alla creazione di un mercato interno per le componenti personalizzate e il tuning (quali pneumatici speciali, ruote e altre componenti per il tuning) e ricambi.

La Commissione è invitata inoltre a promuovere un'effettiva concorrenza nel mercato dei servizi di assistenza post-vendita. In proposito, i deputati la sollecitano ad affrontare adeguatamente la questione della "libertà di riparazione" dei veicoli in tutte le nuove iniziative legislative, per garantire la libertà di scelta dei consumatori e la concorrenza sul mercato dei servizi di assistenza post-vendita. Allo stesso tempo dovrebbe intensificare la lotta contro l'importazione di ricambi per auto contraffatti.

Migliorare la regolamentazione

Il Parlamento sottolinea l'importanza di eliminare ogni inutile burocrazia, compresa la duplicazione di regolamenti dovuta all'esistenza di convenzioni internazionali e invita quindi la Commissione a portare avanti il processo di semplificazione della normativa. Nel riconoscere che la normazione strategica «sia un essenziale elemento trainante della competitività», valuta positivamente l'intenzione della Commissione di sostituire 38 regolamenti comunitari con regolamenti UN/ECE in vigore e di introdurre procedure di autocontrollo o metodi di prova virtuali. Anche perché, con circa 80 direttive e 115 regolamenti, quello dell'auto è uno dei settori attualmente più regolamentati dell'UE.

Rendere i trasporti stradali ancora più sicuri

Per ridurre le vittime dei trasporti stradali, il Parlamento sottolinea la necessità di un approccio integrato che contempli miglioramenti a livello della tecnologia dei veicoli, misure in materia di infrastrutture stradali, educazione e informazione ed interventi per assicurare il rispetto delle norme. D'altra parte, osservando che i sistemi di sicurezza addizionali potrebbero fare aumentare le emissioni di CO2, chiede di consentire ai costruttori di produrre, senza penalità, veicoli con livelli superiori di CO2 se tali emissioni aggiuntive derivano da misure di sicurezza UE vincolanti.

Nel ritenere che le luci di circolazione diurne non debbano essere obbligatorie in tutta l'UE, i deputati invitano la Commissione a migliorare il regime transfrontaliero di ispezione dei veicoli e l'esecuzione delle contravvenzioni inflitte in un altro Stato membro. Preoccupati per l'impatto negativo dell'aumento della velocità dei veicoli, chiedono di rendere più rigorosi i requisiti relativi alla formazione dei futuri conducenti e introdurre disposizioni che prevedano corsi di aggiornamento periodici per i conducenti professionali.

Garantire una leale concorrenza internazionale e l'accesso ai mercati esteri

Per i deputati una concorrenza sleale e le violazioni dei diritti della proprietà intellettuale minacciano la competitività dell'industria automobilistica europea. Nel sottolineare l'importanza di uno stretto partenariato con la Cina per lo sviluppo di un quadro regolamentare che offra condizioni omogenee, sottolineano quindi che «l'effettiva tutela dei diritti della proprietà intellettuale è un requisito essenziale per tale partenariato».

Inoltre, ritengono estremamente importante che nel quadro dei negoziati in sede WTO si rendano quanto più possibile accessibili i mercati nei paesi terzi per i costruttori. D'altro canto, appoggiano l'intenzione della Commissione di negoziare nuovi accordi commerciali bilaterali, in primo luogo con i paesi asiatici, per migliorare le condizioni di accesso al mercato. Si dicono convinti che la conclusione di accordi bilaterali tra l'UE e l'ASEAN, l'India e il Mercosur «sia importante per l'industria automobilistica».

Nel quadro degli attuali negoziati per un accordo di libero scambio tra l'UE e la Corea, il Parlamento sollecita la Commissione a far sì che tale paese sopprima tutti gli ostacoli non tariffari esistenti e dia maggiore attuazione ai regolamenti UN/ECE. Al contempo chiede di prendere in considerazione una strategia volta a eliminare gradualmente le tariffe all'importazione dell'UE con salvaguardie e raccomanda di collegarla alla soppressione delle barriere non tariffarie da parte coreana.



14/01/2008
Georgios CHATZIMARKAKIS (ALDE/ADLE, DE)
Relazione su CARS 21: Un quadro normativo competitivo nel settore automobilistico
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 14.1.2008
Votazione: 15.1.2008

lunedì 21 aprile 2008

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sabato 5 aprile 2008

La CHARTA di ZEC
- Zero Emission Community -
1. INQUINAMENTO
Solo i veicoli ad emissione zero riducono drasticamente i problemi dell'inquinamento nei
centri urbani.
2. EFFICIENZA
Il motore elettrico è più efficiente del motore a scoppio.
3. RAZIONALIZZAZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI
I veicoli elettrici sono gli unici a poter essere ricaricati durante la notte, quando una gran
quantità di energia elettrica viene sprecata.
4. DIPENDENZA DAL PETROLIO
Utilizzando i veicoli elettrici nelle nostre città al posto di quelli con motore a scoppio si
riduce il consumo dei derivati dal petrolio e la dipendenza estera.
5. INNOVAZIONE TECNOLOGICA
L'Italia ha raggiunto una supremazia tecnologica nel campo dei veicoli elettrici, che
vogliamo sia mantenuta per rilanciare lo sviluppo industriale.
6. RICONVERSIONE
Consentire la trasformazione dei veicoli circolanti con motore a scoppio in veicoli elettrici.
7. SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
Con l'innovazione tecnologica, legata allo sviluppo e produzione di veicoli elettrici, si
potranno creare nuovi e strutturali posti di lavoro.
8. COSTI
Una domanda crescente di veicoli ad emissioni zero permetterà, ai produttori, di
abbassare i costi di produzione.
9. MOBILITA' SOSTENIBILE
Una città che si muove con i veicoli elettrici riduce drasticamente il rumore e lo stress,
migliorando la qualità della nostra vita.
10. PROTOCOLLO DI KYOTO
Utilizzando i veicoli a emissione zero possiamo contribuire alla diminuzione delle emissioni
di anidride carbonica (CO2) causa dell'effetto serra rispettando gli obiettivi del protocollo
di Kyoto.
11. SALUTE
Eliminando i motori a scoppio dalle nostre città ridurremo fortemente le emissioni che
oggi provocano malattie cardiocircolatorie, respiratorie, cancro e allergie, riducendo le
aspettativa di vita nostre e dei nostri figli.
12. COSTI SOCIALI
Per ogni litro di carburante si hanno costi sociali enormi per morti precoci,
ospedalizzazioni, cure farmacologiche per malattie, ore lavorative perse, danni ai
monumenti.
L' età della pietra non è finita perché erano finite le pietre
Gruppi discussione: http://it.groups.yahoo.com/group/ZEC
Perché ZEC ?
Zero Emission Community nasce per:
· rendere pulita l'aria della nostra città;
· formare un osservatorio sulle buone prassi relative alla mobilità a emissione zero;
· interloquire con i Comuni, le Province, le Regioni, lo Stato e l'UE al fine di promuovere
l'utilizzo dei veicoli a emissioni zero con provvedimenti, delibere, ordinanze, leggi e
normative pro-veicoli elettrici;
· incentivare la sostituzione dei veicoli a motore a scoppio da parte degli enti pubblici,
privati e amministrazioni con veicoli veramente ecologici;
· disincentivare l'utilizzo dei veicoli inquinanti in città;
· promuovere lo sviluppo di imprese e nuovi posti di lavoro nei settore dei veicoli a
emissioni zero:
trasporto merci trasporto pubblico ricerca & sviluppo
produzione noleggio car sharing
componentistica import-export innovazione
· chiedere parcheggi gratuiti per i veicoli elettrici;
· incrementare le colonnine di ricarica sul territorio e creare punti di sostituzione delle
batterie;
· prevedere prese elettriche per la ricarica dei veicoli negli edifici sia pubblici che privati.
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• Condividere e sostenere la CHARTA di ZEC firmando il presente modulo.
• Frequentare gli incontri, i seminari e i convegni sui temi della mobilità eco-compatibile.
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giuridica. Inviare al n. di fax 178 2241780 .
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giovedì 3 aprile 2008

SMART ECOLOGICE IN INGHILETRRA E GERMANIA







Il Coventry City Council britannico ha acquistato ben 100 smart elettriche "ED" per i propri dipendenti. Queste auto serviranno per testare le nuove smart elettriche nel traffico cittadino londinese. Il CCC con questa mossa permetterà che gli impiegati lascino le loro auto inquinanti parcheggiate a casa (proprio come le auto blu italiane !) Le smart frotwo "Ed" hanno un'autonomia di 70 miglia (112 chilometri) possono raggiungere una velocità superiore di 60 mph (96 km/h). Inoltre, Cllr Gary Ridley, membro del Governo per il cambiamento, conferma che sono fieri di partecipare a questo test per ridurre l'inquinamento e l'elettricità usata per ricaricare l'automobile proverrà esclusivamente dalle risorse rinnovabili per garantire un rispetto maggiore a queste fonti alternative.
Ma anche l'azienda elettrica RWE tedesca ha una Smart fortwo electric drive nel proprio parco auto aziendali. Herbert Kohler, Direttore della divisione Ricerca e Sviluppo Sistemi Strutturali e Propulsione Autoveicoli di Daimler AG, ha consegnato il primo veicolo sperimentale in Germania al Dr. Jurgen Grossmann, Presidente del Consiglio di Amministrazione della RWE AG. La Smart fortwo electric drive, che verrà utilizzata quotidianamente è dotata di una batteria ecocompatibile al cloruro di sodio-nickel che consente un’autonomia di circa 115 chilometri. La batteria può essere ricaricata all’80% della potenza in quattro ore collegandola ad una presa elettrica da 230 Volt. La potenza massima viene raggiunta dopo otto ore di ricarica. Come dimostrato nei test di laboratorio dagli esperti Daimler, la batteria ad alte prestazioni montata sotto il pianale della vettura può sostenere almeno 1.000 cicli di ricarica, il che corrisponde ad una durata di circa dieci anni.
La batteria fornisce energia ad un motore elettrico installato nella parte posteriore della vettura al posto del tre cilindri a combustione interna, grazie al quale Smart fortwo electric drive raggiunge una velocità massima di 112 km/h. I consumi secondo il nuovo ciclo di marcia europeo corrispondono a circa 0,02 Euro a chilometro.



lunedì 31 marzo 2008

La Charta di ZEC | zero emission comunity

1. INQUINAMENTO
Solo i veicoli ad emissione zero riducono drasticamente i problemi dell'inquinamento nei centri urbani.
2. EFFICIENZA
Il motore elettrico è più efficiente del motore a scoppio.
3. RAZIONALIZZAZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI
I veicoli elettrici sono gli unici a poter essere ricaricati durante la notte, quando una gran quantità di energia elettrica viene sprecata.
4. DIPENDENZA DAL PETROLIO
Utilizzando i veicoli elettrici nelle nostre città al posto di quelli con motore a scoppio si riduce il consumo dei derivati dal petrolio e la dipendenza estera.
5. INNOVAZIONE TECNOLOGICA
L'Italia ha raggiunto una supremazia tecnologica nel campo dei veicoli elettrici, che vogliamo sia mantenuta per rilanciare lo sviluppo industriale.
6. RICONVERSIONE
Consentire la trasformazione dei veicoli circolanti con motore a scoppio in veicoli elettrici.
7. SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE
Con l'innovazione tecnologica, legata allo sviluppo e produzione di veicoli elettrici, si potranno creare nuovi e strutturali posti di lavoro.
8. COSTI
Una domanda crescente di veicoli ad emissioni zero permetterà, ai produttori, di abbassare i costi di produzione.
9. MOBILITA' SOSTENIBILE
Una città che si muove con i veicoli elettrici riduce drasticamente il rumore e lo stress, migliorando la qualità della nostra vita.
10. PROTOCOLLO DI KYOTO
Utilizzando i veicoli a emissione zero possiamo contribuire alla diminuzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2) causa dell'effetto serra rispettando gli obiettivi del protocollo di Kyoto.
11. SALUTE
Eliminando i motori a scoppio dalle nostre città ridurremo fortemente le emissioni che oggi provocano malattie cardiocircolatorie, respiratorie, cancro e allergie, riducendo le aspettativa di vita nostre e dei nostri figli.
12. COSTI SOCIALI
Per ogni litro di carburante si hanno costi sociali enormi per morti precoci, ospedalizzazioni, cure farmacologiche per malattie, ore lavorative perse, danni ai monumenti.

L' età della pietra non è finita perché erano finite le pietre
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