Un rapporto dell’Epa, l’agenzia governativa americana per la protezione ambientale, indica inequivocabilmente le cause dei cambiamenti climatici: i combustibili fossili e le attività umane. Siamo nel 2002.
Cambio di rotta dell’amministrazione Bush che fino ad allora aveva negato che la causa del surriscaldamento della Terra fosse l’uomo e aveva deciso di non ratificare il protocollo di Kyoto. Non è così.
Ed è lo stesso presidente americano a smentire il rapporto sui cambiamenti climatici uscito dalla sua stessa amministrazione. Uno scontro interno agli apparati governativi che si svolge in sole 48 ore e che coinvolge scienza e politica, poteri forti e lobbies del petrolio. Basti pensare che è proprio un ex lobbista del petrolio ad essere stato nominato dall’amministrazione Bush come responsabile dei rapporti scientifici sul clima per la Casa Bianca: un avvocato con master in economia con il potere di modificare le conclusioni degli scienziati. Un vero e proprio giallo dunque che ha origini più lontane. Già nella precedente amministrazione repubblicana, quella di Bush padre, si era assistito a un inquietante intreccio tra lobbies del petrolio e decisioni di politica ambientale. Ma veramente le lobbies del petrolio possono orientare la politica ambientale degli Stati Uniti negando i risultati della scienza? Ci aiuteranno a capirlo alcuni stralci di una commissione di inchiesta americana indetta nel 2007 proprio per far luce su questi argomenti.
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mercoledì 6 febbraio 2008
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